Secondo il ministero della Difesa di Mosca, il seguito alla campagna di bombardamenti ed all’avanzata sul terreno delle truppe governative, in Siria un numero crescente di militanti dello stato islamico si ribella ai propri comandanti e abbandona le fila del gruppo militante: “La maggior parte delle bande armate sono demoralizzate, fra i combattenti cresce il malcontento nei confronti dei comandanti sul campo e ci sono casi sempre più frequenti disubbidienza”, dichiara il generale Kartapolov.
I casi di diserzione tra i jihadisti non sono più isolati ed anzi si sono verificate “fughe di massa”, aggiunge Kartalopov: per monitorare la situazione nelle zone di scontro è stato intensificato l’uso di droni da ricognizione . Il generale aggiunge che dal momento in cui la Russia ha lanciato attacchi aerei contro Stato islamico in Siria su richiesta del presidente Bashar al-Assad, circa 530 incursioni sono state condotte dalla sua forza aerea, eliminando centinaia di terroristi e decine di posti di comando, depositi e altre infrastrutture Isis.
Soltanto ieri, i “jet” d’attacco russi hanno colpito 51 obiettivi degli Stati islamici tra cui quattro posti di comando, sei depositi di armi, una batteria di mortaio, due bunker sotterranei, 32 campi di campo e sei avamposti nelle province Latakia, Aleppo, Hama e Damasco. Il danno causato ai “bunker” sotterranei è stato particolarmente significativo specialmente ad Homs, dove sono state colpite infrastrutture interrate dei terroristi che avevano permesso ai militanti di muoversi inosservati. Fra le installazioni distrutte c’è una piccola fabbrica di missili.
Gli scontri tra diversi gruppi jihadisti per il controllo del territorio e dei fondi sono anche in aumento, afferma la relazione del Ministero della Difesa, e comunicazioni radio intercettate suggeriscono che è stato preso di mira Fronte al-Nusra con tre autobombe nel corso della settimana passata.
Secondo lo Stato maggiore delle forze armate russe, i militanti sono stati costretti a ritirarsi da molte aree , e sulla linea di contatto con l’esercito siriano hanno perso una grande quantità di armi e attrezzature militari. Anche la Marina russa ha dimostrato di poter colpire le posizioni Isis in qualsiasi momento, e Karpotov tiene a sottolineare che le incursioni hanno colpito solo obiettivi militari: “Abbiamo materiali video sufficienti a comprovare la precisione con cui sono condotti i dei bombardamenti, e tutti questi obiettivi si trovano lontano dalle aree residenziali. Al contrario, secondo Karpotov, alcune delle incursioni condotte dagli Stati Uniti hanno portato la coalizione distruggere infrastrutture civili, e questo si traduce in crescenti flussi di profughi in fuga dalle loro terre verso l’Unione europea. L’11 ottobre, afferma la fonte russa, un impianto termoelettrico siriano è stato distrutto dalle bombe della coalizione, e la posizione à stata bombardata più volte per diversi giorni. Come risultato, i civili nella vicina città di Aleppo sono rimasti senza elettricità e le fognature hanno smesso di funzionare.
Anche il primo ministro russo, Dmitry Medvedev ha parlato in termini negativi de l’operazione militare guidata dagli Stati Uniti in Siria. “Il risultato della loro attività nella lotta contro è in questa particolare regione è prossima allo zero”, ha detto in un’intervista televisiva.
Senza porre scadenze precise all’operazione aerea, il presidente Vladimir Putin ha sottolineato che nessun reparto militare russo sarà impiegato in operazioni di terra, combattere i terroristi sul terreno rimane compito dell’esercito siriano. Fra gli estremisti islamici in fuga molti erano arrivati dall’Europa, adesso un gruppo di lavoro delle Nazioni Unite fornisce una notizia sorpendente: il Paese occidentale che fornisce più terroristi all’ISIS in rapporto alla sua popolazione è il Belgio, mentre i jihadisti stanno pagando le famiglie fino 10.000 dollari per ogni nuova recluta,
Il numero di combattenti di origine belga appare più alto d’Europa – dice l’esperta in protezione dei diritti umani Elzbieta Karska, che dirige il gruppo di lavoro dell’Onu sull’uso dei mercenari :il gruppo stima che oltre 500 reclute dal Belgio sono andate a combattere con i jihadisti dal 2010.
Gli esperti dicono che 207 belgi sono entrati in Siria, mentre ad altri 62 è stato negato l’ingresso, 128 sono tornati a casa, e 77 sono morti combattendo. In patria invece sono stati arrestati o perseguiti 46 radicali islamici.
“I profili dei combattenti stranieri sono molteplici, con un’età media di circa 23 anni che però sta di dimininuendo – osservato Karska. – mentre le donne sono sempre più numerose. I motivi più comini per unirsi ai gruppi combattenti solo il senso di appartenenza e di accettazione, le convinzioni religiose o il tentativo di sottrarsi a procedimenti penali. L’arruolamento avviene attraverso le reti di familiari e amici e con l’aiuto dei mezzi di comunicazione sociale. I parenti in Siria sono anche pagati in base al numero di persone che sono in grado di reclutare. Abbiamo sentito di situazioni in cui reclutatori sono stati pagati due o tre mila dollari per le prime adesioni, e poi fino 10.000 dollari per le successive – continua Karska – se poi la recluta ha una preparazione spefica come uno come specialista di computer o un medico, il reclutatore viene pagato anche di più”. Il team delle Nazioni Unite ha chiesto a Bruxelles di sviluppare una “visione nazionale inclusiva e un’ azione più efficace sul tema della combattenti stranieri”, dice un comunicato.
Altri 7.000 terroristi dello Stato islamico in Siria sono arrivati dalla Russia e diversi altri paesi ex sovietici, questa stima è fornita da Vladimr Putin: “Ci sono dai 5.000 ai 7.000 combattenti provenienti dalla Russia e altri Stati membri della CSI che combattono per gli islamici – dice il presidente – e certamente non possiamo permettere loro di utilizzare l’esperienza che stanno ottenendo in Siria sul terreno di casa. Effettuando attacchi aerei su obiettivi scelti in coordinamento con i siriani, le nostre truppe hanno prodotto risultati significativi. Decine di punti di comando e di depositi, centinaia di terroristi e un gran numero di hardware militare sono state distrutti”, ha detto Putin.