dalla Francia
Senza perdere di vista un sistema elettorale particolarmente complesso, e tenendo ben presente che i francesi voteranno per eleggere i consigli regionali e non il presidente della repubblica, il quadro che sembra tracciarsi risulta senza precedenti. Il Front National potrebbe assicurarsi due, o addirittura tre, regioni nella tornata fissata per il 6 e 13 dicembre. A dare ulteriore supporto a questa ipotesi è lo studio del centro Harris Interactive per il sito d’informazione 20minutes.fr. Secondo l’inchiesta, il partito d’estrema destra guidato da Marine Le Pen, sarebbe il primo nelle intenzioni di voto su scala nazionale (elemento, quest’ultimo, da non trascurare) con il 27% dei consensi, seguito dal Partito Socialista al 26% e dalla coalizione Repubblicani-UDI (destra+centro) al 25%. I verdi si fermerebbero al 7%, mentre il Fronte di Sinistra non supererebbe il 5%.
Si tratta di una novità assoluta per il Front National che va, però, reinserita, nel più ampio contesto delle elezioni regionali. Con tutta probabilità, infatti, il partito di Marine Le Pen, riuscirà a vincere in Nord-Pas de Calais-Picardie e in Provence-Alpes-Cote d’Azur, dove sono candidate rispettivamente la presidente del FN e sua nipote Marion Marechal-Le Pen. Anche senza accaparrarsi tutte le regioni insomma, le elezioni che si terranno tra due settimane, potrebbero dare una nuova scossa al sistema politico francese, da sempre fondato sull’alternanza tra centro-destra e centro-sinistra. Diverso sarebbe se l’estrema destra riuscisse a conquistare anche la regione ALCA (o grande est), dove è candidato il segretario del Fronte, Florian Philippot, vero artefice, insieme a Marine, della svolta istituzionale del partito. In questo caso, anche se la situazione nella regione dell’est è ancora molto fluida, Marine Le Pen potrebbe avere in tasca il secondo turno delle presidenziali, più di quanto non possa sembrare in questo momento. In secondo luogo, una vittoria nella regione ALCA sarebbe la dimostrazione che, dopo gli attentati di Parigi, gli elettori francesi si sono spostati verso l’estrema destra, unica forza in grado, questo il messaggio che dal 13 novembre Marine Le Pen cerca incessantemente di far passare, di proteggerli dal terrorismo. A rendere più realistica questa prospettiva ci ha pensato l’inchiesta già citata, secondo la quale il 43% degli intervistati (intenzionati a recarsi alle urne), ritiene che gli attentati avranno un ruolo nel determinare le loro scelte di voto.
Sempre un sondaggio, realizzato da Ifop, tra il 12 e il 21 novembre, e pubblicato dal Journal Du Dimanche, ha confermato che la popolarità del presidente Hollande ha guadagnato 7 punti percentuali rispetto a ottobre, attestandosi al 27% delle opinioni favorevoli. Ancora meglio il primo ministro Valls, che sale al 39% (+3 % rispetto al mese precedente). Questi risultati potrebbero riflettere l’approvazione dei francesi per i provvedimenti presi dal presidente e dall’esecutivo all’indomani delle stragi del 13 novembre. Nello specifico, sempre per l’Ifop, il 91% dei francesi approva l’estensione di tre mesi dello stato d’emergenza, mentre il 94% è favorevole al ritorno dei controlli alle frontiere.
In questa situazione, è la destra dei Repubblicani a sembrare schiacciata, tra un partito socialista che ha spostato il baricentro della propria politica a destra e il FN che ha salutato positivamente il cambio di rotta dell’esecutivo, pur sottolineandone le lacune di fondo. Per il partito di Sarkozy, per lungo tempo appiattito su posizioni troppo vicine a quelle di Marine Le Pen, il problema è ora trovare una collocazione politica alternativa agli altri due competitor. Alain Juppé, rivale di Sarkozy nelle primarie per le presidenziali del 2017, potrebbe riuscire nell’impresa. Nulla è ancora deciso, però, e lo zoccolo duro degli elettori di centro-destra potrebbe comunque premiare il partito nelle singole regioni.
In ogni caso, a quindici giorni da elezioni che potrebbero sconvolgere la scena politica francese, in un clima reso tesissimo dagli attentati terroristici di Parigi, una cosa appare certa. Quel sistema elettorale congegnato da centrodestra e centrosinistra per non permettere all’estrema destra di vincere anche solo in una regione, potrebbe alla fine premiare il FN, in più di un territorio.
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