Obama: non ci lasceremo terrorizzare
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Obama: non ci lasceremo terrorizzare

Dopo San Bernardino il presidente parla alla nazione e rilancia il suo appello per una limitazione della vendita di armi.

Obama: non ci lasceremo terrorizzare
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6 Dicembre 2015 - 18.13


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“Non ci lasceremo terrorizzare”. Barack Obama sceglie il messaggio tradizionale del sabato alle famiglie per tornare sulla strage di San Bernardino dove due killer, probabilmente ispirati dall’Isis, hanno massacrato 14 persone in un centro per disabili.

Mentre in un nuovo messaggio di propaganda, lo Stato islamico plaude alla strage sostenendo che a condurre l’attacco sono stati “due soldati del Califfato”.

Obama sottolinea la “minaccia sulla quale siamo concentrati da anni”.
Facendo riferimento ai fatti di San Bernardino il presidente americano ha detto: “Le loro morti sono una tragedia per tutto il Paese”. Poi Obama ha messo in guardia sul pericolo che gli Usa potrebbe essere chiamati sempre più ad affrontare.

Rischio radicalizzazione Nel discorso del sabato, Obama ha sottolineato che “è possibile che questi due attentatori siano stati radicalizzati per compiere questo atto di terrore”. “Se così fosse – ha spiegato Obama – si metterebbe in evidenza una minaccia su cui ci concentriamo da anni: il pericolo di persone che soccombono a ideologie estremiste e violente”. Sappiamo che l’Isis e altri gruppi terroristici stanno incoraggiando attivamente le persone in tutto il mondo, e nel nostro Paese, per commettere terribili atti di violenza, spesso come lupi solitari”, ha proseguito il presidente americano.

Obama: “Folle che chi non può volare possa comprare armi”. Obama è quindi tornato a spingere sul Congresso perché renda l’accesso alle armi più restrittivo. “Chi è inserito nella no-fly list (la lista di persone che non possono prendere l’aereo per motivi di sicurezza, ndr) può entrare in un negozio e acquistare un’arma. Questo è folle. Invito il Congresso a correggere la legge”. Il presidente ha ricordato che “i killer hanno usato fucili d’assalto in stile militare per uccidere quante più persone possibili. E questo ci ricorda che in America è troppo facile per le persone pericolose mettere le mani su un’arma”.

Nuova rivendicazione dell’Isis. Nel frattempo arriva dall’Isis una nuova rivendicazione della strage in California. Su al Bayan, organo di propaganda ufficiale in lingua inglese dell’Isis, è stato infatti scritto che “due soldati del Califfato hanno compiuto un attacco a San Bernardino, uccidendo 14 miscredenti”. Venerdì Amaq, un altro network del gruppo, si era limitato a definire come “due sostenitori” la coppia di killer di San Bernardino.

Le indagini. Gli inquirenti dell’Fbi, che indagano sulla strage di San Bernardino come un atto di terrorismo, ritengono che i due attentatori, Syed Farook e Tashfeen Malik, non facessero parte di una cellula terroristica organizzata. Ma sugli account dello Stato Islamico si moltiplicano gli elogi nei loro confronti. “Due soldati del Califfato hanno compiuto un attacco a San Bernardino, uccidendo 14 miscredenti”, afferma l’organo di propaganda ufficiale dell’Isis in lingua inglese, al Bayan. Amaq, un altro network del gruppo, in precedenza aveva indicato come “due sostenitori” la coppia di killer di San Bernardino.
I federali hanno ancora pochi elementi.

Tashfeen Malik. Soprattutto sulla donna, Tashfeen Malik, nata in Pakistan. Nel giorno dell’attacco, la giovane ha postato un messaggio di Facebook dove esprimeva fedeltà al califfo al-Baghdadi. È su di lei che si concentrano gli inquirenti, ma l’Fbi ha ammesso che il suo passato rimane un mistero. La donna si è sposata con Syed solo l’anno scorso e i due hanno avuto una bimba sei mesi fa. Vivevano con la madre di lui in un appartamento a Redland, vicino a San Bernardino, dove gli inquirenti hanno ritrovato passaporti, patenti, un libro del Corano e un arsenale, mentre il disco rigido del computer è scomparso e due cellulari appartenenti ai due sono stati trovati distrutti.

Gli avvocati: Malik “tipica casalinga”.

Gli avvocati della famiglia sostengono che Malik era la “tipica casalinga”. Indossava il burqa e seguiva strettamente le usanze musulmane. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire i suoi contatti e movimenti prima di emigrare negli Usa un anno fa, ma la vicenda è più complicata del previsto anche perché i tabulati telefonici della coppia-killer sono ora off-limits per l’Fbi dopo la chiusura del controverso programma di sorveglianza della National Security Agency.

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