I prigionieri di guerra possono essere utilizzati come “donatori” di organi per salvare un musulmano: a riportarlo è una fatwa, un editto religioso scovato dagli americani nel maggio 2015 e diffusa solo oggi.
“La vita dell’apostata e gli organi non devono essere rispettati e possono essere presi impunemente”, è scritto in questa indicazione. La fatwa che seppur non prova che l’Isis stia gestendo un vero e proprio traffico di organi umani, preoccupa per la possibilità che questa pratica possa diventare legale per il gruppo islamico.
Il precetto, contenuto in un documento del gennaio scorso, è stato recuperatao tra diversi dati e informazioni ottenute dalle forze speciali americane in un raid nella Siria orientale. Anche se non è stato possibile confermare in modo indipendente l’autenticità del documento la fatwa, riportata come la numero “68”, spiega che la “rimozione di organi di prigionieri non è proibita anche se comporta la morte”.
Con l’interpretazione di questo editto religioso, secondo gli esperti, i jihadisti dell’Isis hanno intenzione di superare il divieto riconosciuto da gran parte dei musulmani al traffico di organi.