Islamisti nelle Filippine: la grassa ignoranza di Calderoli
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Islamisti nelle Filippine: la grassa ignoranza di Calderoli

A Mindanao uccisi 9 cristiani. E il leghista si lancia in spericolate dichiarazioni, senza nemmeno sapere di cosa stia parlando.

Roberto Calderoli
Roberto Calderoli
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26 Dicembre 2015 - 17.15


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di Emanuele Conegliano

Notizia battuta della agenzie di stampa:

Nove cristiani sono stati uccisi nelle Filippine, nell’isola di Mindanao, in un’offensiva lanciata, fra la vigilia di Natale e Natale, da circa 200 jihadisti del Biff (Bangsamoro Islamic Freedom Fighters), ha reso noto la portavoce del distretto militare interessato Joan Petinglay precisando che le forze governative, intervenute in seguito a una soffiata sugli attacchi imminenti, hanno ucciso almeno cinque insorti in scontri scoppiati con gli assalitori e sono riuscite a mettere in sicurezza decine di villaggi. I morti, quindi, nel complesso sarebbero 14.

Nel giro di pochi minuti, dall’alto della sua totale ignoranza della geografia e della storia, è arrivata la dichiarazioncina di quel parlamentare che ha definito Orango l’ex ministro Kyenge e che invece di andarsi a nascondere in un convento e riflettere, parla ancora: Calderoli.

Ha detto Calderoli, da fan di Papa Francesco (purché non parli di immigrati, immigrazione e sfruttamento dei poveri):

Proprio nel giorno in cui il Santo Padre ricorda le continue violenze verso i cristiani in tutto il mondo, e accusa il troppo silenzio che le circonda, nelle Filippine i ribelli musulmani attaccano e uccidono nove cristiani. Anche in questo caso nel silenzio generale, perché non si è alzata nessuna voce di condanna per questa strage dall’Europa o da Washington: il fanatismo islamico ci attacca in ogni angolo del mondo e noi stiamo zitti.

E il silenzio a lungo andare -ha aggiunto l’esponente del Carroccio- diventa complicità. Quando ci sveglieremo e cominceremo a capire che siamo in guerra e non possiamo continuare a porgere sempre l’altra guancia?.

L’ultima parte della dichiarazione è più comica della prima. E si potrebbe chiosare in tal modo: quando il signor Calderoli comincerà a capire che il caso filippino va avanti da decenni ed è legato alla presenza nelle isole del sud, in particolare Mindanao, di una forte componente di filippini di religione musulmana che da moltissimo tempo vogliono l’indipendenza (o la forte autonomia) da Manila?

O il signor Calderoli pensa che i “terroristi” di Mindanao siano un prodotto novello frutto del “buonismo” europeo e americano e non ha avuto mai contezza – nei tanti anni da parlamentare in cui ha sproloquiato di cose che non conosce – che almeno dal 1970 a oggi le violenze separatiste nel sud delle Filippine hanno causato circa 130 mila morti da entrambi i fronti?

Ha vagamente letto le cronache della stampa internazionale su Mindanao negli ultimi dieci anni o si è fermato alla schedina del Totocalcio come massimo dell’impegno intellettuale?

Nelle filippine operano, ma da decenni, due gruppi islamisti inseriti nella lista nera delle organizzazioni terroristiche mondiali: Abu Sayyaf e Jemaah Islamiyah, che è indonesiano ma ha un suo ruolo in alcune isole minori.
Poi ci sono altre organizzazioni, non inserite nella lista delle organizzazioni terroristiche, che sono il Moro National Liberation Front (Mnlf) il Moro Islamic Liberation Front (Milf) e il Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff) gruppo che si è staccato dal Milf.

Il Biff, che è responsabile degli attacchi, si è staccato dal Milf che nel 2014 ha firmato un accordo di pace con Manila: fine della ribellione armata in cambio di maggiore autonomia politica nelle province a maggioranza musulmana.

Quindi si sta parlando di una guerriglia separatista in atto da decenni, che ha sempre fatto morti e si sta cercando di risolvere il conflitto – e in parte ci si è riusciti – con una difficile mediazione politica cominciata nel 2001, anno in cui Calderoli forse nemmeno conosceva la differenza tra crema e vaniglia.

Quanto al resto, sulla presunta inazione di Washington, forse Calderoli ignora che le Filippine siano state sotto il controllo diretto degli Stati Uniti dal 1905 alla fine della seconda guerra mondiale, ma gli yankees mantennero le basi militari fino al 1992.

Senza considerare che nel 2014 il presidente filippino Aquino ha autorizzato una maggior presenza di truppe statunitensi nel paese, compreso accesso a porti, aeroporti e basi militari, nonché ha autorizzato una serie di esercitazioni congiunte nell’addestramento con le forze armate locali anche in chiave anti-terrorismo.

Questo sia per combattere il terrorismo separatista sia per contrastare l’espansionismo di Pechino nel mar della Cina. Ha presente Calderoli la Cina? Quel paese grande, con la gente con gli occhi a mandorla, che avevano fatto la grande Muraglia?

Considerando inoltre che i cosiddetti “marines” filippini nella lotta al terrorismo separatista non ci vanno tanto per il sottile e sparano a vista, cosa secondo il signor Calderoli dovrebbero fare per non porgere l’altra guancia? Affondare tutte le isole dell’arcipelago dove c’è un musulmano?

Come dire: è Natale, presto arriverà la Befana. Il signor Calderoli si faccia regalare qualche gioco, il piccolo chirurgo, il piccolo chimico, il piccolo ignorante e si diverta.

Se proprio proprio vuole sentirsi Rambo si faccia regalare i soldatini.
Se invece vuole parlare di terrorismo e politica internazionale è meglio che conti fino a 100. E poi taccia lo stesso e torni ai pupazzetti.

ps: l’ignoranza è crassa. Ma questa è lingua italiana. Per questo quella di Calderoli è grassa. Troppo ignorante per essere crassa.

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