Gli scudi umani dell’Isis sono i civili siriani
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Gli scudi umani dell’Isis sono i civili siriani

Continuando a ritirarsi in Siria, i terroristi dell’ ISIS adesso tengono la difa di Tabda Dam sulla quale hanno schierato gli ostaggi e minacciano di farla saltare.

Gli scudi umani dell’Isis sono i civili siriani
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redazione Modifica articolo

27 Gennaio 2016 - 17.56


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Sotto la pressione degli attacchi aerei russi, lo Stato islamico in Siria continua una serie di ritiri tattici alla ricerca di un rifugio strategicamente sicuro, e adesso i suoi combattenti si sono asserragliati sulla diga di Tabqa Dam, dove i comandanti utilizzano ostaggi civili come scudi umani.

Il rifugio più sicuro della zona è la grande diga che taglia il fiumr Eufrate, e gli estremisti islamici la presidiano perché bombardarla creerebbe un rischio di alluvione a innumerevoli insediamenti sulle rive del fiume sia nella Siria orientale che nell’ Iraq. La diga di Tabqa diga controlla il flusso del fiume Eufrate nella zona sud-orientale della Siria e nell’Iraq settentrionale. Si trova 40 chilometri a monte della capitale dell’ autoproclamato Stato islamico di Raqqa. L’impianto è alto 60 metri, lungo 4,5 chilometri ed è stato costruito fra il 1968 ed il 1973 con l’aiuto finanziario e tecnico dell’Unione Sovietica. La costruzione della diga ha creato il “lago Assad”, il più grande bacino idrico del paese.Lo Stato islamico adesso la sta tenendo in ostaggio e ripara i suoi comandanti all’interno della struttura.

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Il segretario alla Difesa americano, Ash Carter ha promesso di aiutare le forze locali a riprendere città occupate dai terroristi, iniziando dalla cosiddetta capitale Raqqa e continuando con Mosul, la più grande città controllata dal gruppo terroristico in Iraq, anche se inseguire i terroristi fuori della zona di Raqqa potrebbe avere conseguenze. I funzionari e gli analisti temono che IS potrebbe far saltare la diga se perderann o la loro presa sul territorio, e questo causerebbe danni devastanti.

Il giornalista e commentatore sul Medio Oriente Adel Darwish avverte del fatto che la distruzione della diga di Tabqa è pericolosa non soltanto a causa dell’alluvione che provocherebbe, ma anche perché gran numero di persone che vivono nella Siria orientale sarebbe tagliate fuori dall’ approvvigionamento di energia elettrica.

Perché un gran numero di ostaggi civili rimane detenuto presso l’impianto, la diga non può essere liberata con un’operazione militare o attraverso bombardamenti, segnala Darwish: “A differenza di altri gruppi terroristici, allo Stato islamico piace dominare un territorio e la perdita di un impianto di infrastrutture primarie per esso significherebbe una sconfitta . Molto probabilmente è un bluff la minaccia dei guerriglieri di far saltare la diga, ma questo è qualcosa che abbiamo sperimentato altre guerre, e dunque che non si può davvero indovinare quale sar”- la loro prossima mossa è”.
Una situazione simile si era delineata in Iraq nel 2013, quando le forze islamiche presero il controllo di Mosul Dam, una grande diga sul fiume Tigri nei pressi di Mosul , terza città irachena, che allora era anche sotto il loro controllo.

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Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti aveva stimato all’epoca che nel caso in cui Mosul Dam fosse stata danneggiata, la massa d’acqua avrebbe ucciso fino a 500.000 persone che vivono a valle lasciando senza casa più di un milione di iracheni.Poi, un anno e mezzo fa, forze irachene e curde buttato gli jihadisti fuori della struttura continuando a mantenere in sicurezza la diga ed impedendo che l’impianto strategico venisse riconquistato.

Fonte: Agenzie

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