Scioperi sono in corso oggi nelle principali città della regione autonoma del Kurdistan iracheno contro la decisione del governo di tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici in seguito al crollo dei prezzi del petrolio. Anche gli agenti della polizia stradale e il personale degli ospedali della città di Suleimaniya partecipano alle proteste.
Secondo fonti locali oggi a Suleimaniya “la situazione è praticamente quella di uno sciopero generale”. Anche il lavoro negli ospedali e nelle cliniche di questa città, e in parte anche di Erbil, è bloccato, tranne che per i servizi di pronto soccorso. Per il secondo giorno consecutivo, inoltre, manifestanti bloccano il traffico sulla Sessantesima strada di Suleimaniya, dove ha sede il comando della polizia stradale. A Khanaqin una manifestazione si è svolta nell’università.
Il 3 febbraio scorso il governo del Kurdistan iracheno ha annunciato tagli tra il 15 e il 75 per cento degli stipendi a causa del crollo dei prezzi del petrolio, principale fonte delle sue entrate finanziarie.
Dalla misura sono stati esclusi i miliziani Peshmerga, impegnati nella guerra contro l’Isis, e il personale delle forze di sicurezza interne. A pesare sul bilancio della regione è anche la presenza si 1,5 milioni di sfollati provenienti da regioni sotto il controllo dello Stato islamico.