Amnesty: la Turchia viola i diritti umani e la libertà di espressione
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Amnesty: la Turchia viola i diritti umani e la libertà di espressione

L'organizzazione ha criticato anche i comportamenti delle forze di sicurezza turche, accusandole di ostacolare le manifestazioni di dissenso in piazza.

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24 Febbraio 2016 - 11.48


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E’ evidente a tutti ormai. La terra del sultano Erdogan non è un Paese in cui vengono rispettati i diritti umani. In Turchia “la situazione si è deteriorata notevolmente a seguito delle elezioni parlamentari a giugno e l’esplosione della violenza tra il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e le forze armate turche a luglio”. A denunciarlo è il rapporto 2015/16 di Amnesty International, che ha lanciato l’allarme anche sulla libertà di espressione nel Paese: “I media hanno affrontato una pressione senza precedenti da parte del governo. La libera espressione online e offline ha sofferto in modo significativo”.

Amnesty ha criticato anche i comportamenti delle forze di sicurezza turche, accusandole di ostacolare ancora le manifestazioni di dissenso in piazza, oggetto di una repressione sempre più dura dalla proteste di Gezi Park a Istanbul del 2013: “Il diritto alla libertà di riunione pacifica ha continuato a essere violato. I casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia e maltrattamenti durante la detenzione sono aumentati. L’impunità per gli abusi dei diritti umani persiste. L’indipendenza del sistema giudiziario è stata ulteriormente erosa”. Il rapporto ricorda poi gli attentati che hanno colpito la Turchia nel corso del 2015 e la difficile accoglienza di “2,5 milioni di rifugiati e richiedenti asilo”, sottolineando come alcuni “hanno affrontato in modo crescente detenzioni arbitrarie ed espulsioni mentre il governo negoziava un accordo sui migranti con l’Ue”.

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