Ostaggi uccisi alla vigilia della liberazione
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Ostaggi uccisi alla vigilia della liberazione

I quattro italiani si sono trovati in mezzo ad uno scontro a fuoco tra miliziani libici e jihadisti: due di loro sono rimasti uccisi 24 ore prima di essere liberati

Piano e Failla
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4 Marzo 2016 - 21.52


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Viaggiavano insieme i quattro italiani, ma su due veicoli diversi, in un viaggio verso la libertà dopo otto mesi di prigionia in Libia. Le forti pressioni avevano indotto i rapitori a lasciarli andare, ma qualcosa è andato storto nella zona di Sabratha, dove le milizie di Tripoli hanno sferrato un attacco a sorpresa contro i jihadisti dello Stato Islamico. Durante lo scontro a fuoco due ostaggi, Piano e Failla, rimangono uccisi, mentre gli altri due liberati 24 ore dopo, anche se non è chiaro se siano fuggiti o abbandonati dagli stessi uomini dell’Isis.

Questo lo scenario, ancora fumoso e ricco di punti oscuri, anche secondo le fonti di intelligence
Il team con uomini del Ros e dell’Aise ha raggiunto Gino Pollicardo e Filippo Calcagno. Ma il ritorno a casa non sarà immediato. Le autorità locali intendono interrogare gli italiani e avere una sorta di ‘riconoscimento’ come interlocutori istituzionali.

Il caos di Sabratha. Il sottosegretario Marco Minniti, ieri in audizione al Copasir, era stato chiaro: l’area di Sabratha, teatro di scontri sanguinosi tra gruppi jihadisti, milizie e Isis, è nel caos. Difficile distinguere i ‘buoni’ dai ‘cattivi’ e tutte le ricostruzioni che arrivano da li’ su quanto accaduto in questi giorni vanno presi con le pinze, comprese quelle del ‘Sabratha Media Center’ e del Consiglio militare di Sabrata. Certezze sui fatti si avranno solo parlando direttamente con Gino Pollicardo e Filippo Calcagno. Ma prima bisogna riportarli a casa. Il dialogo degli 007 italiani è ben avviato con le forze di polizia della città – vicine al Governo di Tripoli – che hanno in consegna i due. Ma in questi casi non è immediata la consegna degli ex ostaggi. Bisogna considerare il contesto del Paese. Il Governo islamico di Tripoli e’ a caccia di un riconoscimento politico da parte di una comunita’ internazionale che sembra invece privilegiare il dialogo con Tobruk.

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La burocrazia. Le autorità di Sabratha vogliono essere trattate come interlocutori di pari grado dagli italiani, svolgere le normali e lunghe pratiche amministrative e gli interrogatori di rito per l’inchiesta sugli scontri dei giorni scorsi. Ed è utile ricordare il caso di Ignazio Scaravilli, il medico catanese sequestrato in Libia lo scorso anno. Liberato l’8 giugno con il concorso delle autorità di Tripoli, l’uomo è potuto rientrare in Italia solo cinque giorni dopo. L’umore non è dei migliori tra gli uomini dell’intelligence. Il caso sembrava vicino ad una soluzione positiva, invece si sono perse due vite. E le responsabilita’ sono tutte da capire, comprese quelle delle milizie del COnsiglio militare di Sabrata. A quanto sembra, l’altro ieri le milizie cittadine hanno ucciso la ‘mente’ del gruppo dei sequestratori ed i suoi più stretti collaboratori. Se Failla e Piano siano caduti sotto il fuoco ‘amico’ dei miliziani che li avevano scambiati per uomini dell’Isis oppure siano stati giustiziati da altri non è ancora chiaro.

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Sequestratori poco esperti. Pollicardo e Calcagno, invece, pare fossero nelle mani delle ‘seconde file’ dei sequestratori, gente che forse è stata presa dal panico perché gli ostaggi ‘scottavano’ e li ha quindi abbandonati. Insieme agli ex ostaggi, gli apparati di sicurezza italiani puntano a riportare in Patria anche i cadaveri di Salvatore Failla e Fausto Piano. La procura di Roma, che indaga per omicidio, ha disposto l’autopsia che potrebbe dare risposte importanti sulla dinamica di quanto accaduto. Il pm Sergio Colaiocco sentira’ naturalmente – una volta rientrati – Pollicardo e Calcagno. Altro giallo riguarda il biglietto di Gino Pollicardo nel quale annuncia di essere libero, insieme al collega. “Oggi 5 marzo siamo liberi e siamo discretamente fisicamente, ma psicologicamente devastati”, scrive il tecnico, mentre invece oggi è il 4 marzo. La liberazione doveva forse avvenire domani ed è stata anticipata ad oggi per qualche motivo? E’ un ulteriore punto su cui fare luce.

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