Troppi morti sotto i bombardamenti della coalizione e della Russia; troppe perdite sul terreno contro le milizie curde o l’esercito di Assad in Siria e l’esercito Sciita in Iraq. Ma soprattutto tanti disertori che a causa dei gravi dissidi interni hanno abbandonato le fila dello Stato Islamico. Per questo, per correre ai ripari, gli uomini del Califfato hanno incrementato il reclutamento di ragazzi e bambini chiamati a rinforzare le fila jihadiste.
L’emergenza è stata resa ancora più acuta dal fatto che durante i bombardamenti sono stati spesso colpiti gli edifici che ospitavano i tribunali islamici e anche le Bayt al-Mal (la casa della ricchezza), posti di ritrovo di molti alti dirigenti dell’Isis. I bombardamenti hanno anche causato danni al sistema finanziario, fatto che ha impedito al Califfato di poter pagare adeguatamente i suoi miliziani, provocando così ulteriore malumore tra le proprie fila.
Così – stando a quando riferiscono molte fonti curde – ragazzi e bambini sono stati costretti a partecipare ai campi di addestramento proprio perché sul terreno cominciano a scarseggiare i soldati.
La propaganda Isis ha cercato di mascherare questa situazione di debolezza esaltando il ruolo dei cosiddetti “cuccioli del Califfato”, ossia unità di bambini soldati che erano utilizzati soprattutto per la raccolta di informazioni che potevano risultare utili in caso di combattimenti o di attacchi suicidi. Ma adesso, a causa di questa nuova emergenza, bambini e ragazzi vengono chiamati sempre più spesso a combattere al fianco degli adulti.