Gli investigatori hanno scoperto che nel personale dell’aeroporto di Zaventem ci sarebbero delle ‘spie’ inviate dallo Stato islamico mesi fa per testare la sicurezza dello scalo.
L’accusa è stata avanzata dalla polizia dell’aeroporto, che ha scritto una lettera aperta alle autorità, secondo quanto riporta il sito online di Het Belang Van Limburg. Sarebbero almeno 50 i simpatizzanti Isis in servizio nello staff di Zaventem, secondo la polizia che ha “continuamente denunciato la mancanza di sicurezza, ma nessuno ha ascoltato”. Tali persone erano note perché erano andate in Siria, e ora lavorano alla gestione dei bagagli, alle pulizie e ai duty free, lamentano i servizi di sicurezza.
“Tra il personale addetto ai bagagli (di Zaventem), ci sono diverse persone che hanno acclamato gli attentati di Parigi”, ha affermato Vincent Gilles, presidente del sindacato di polizia SLFP, intervenuto questa mattina su Bel RTL. Si denunciano le condizioni di sicurezza dell’aeroporto ed in particolare si sottolinea il fatto che gran parte dei dipendenti che lavora al centro di smistamento dei bagagli sulle piste dello scalo ha precedenti penali, “spesso per fatti gravi”.
Quanto alla reazione del personale agli attacchi di Parigi, Gilles ha confermato nel corso dell’intervista “ciò è quanto ci è stato riportato e i colleghi lo confermano nella lettera”.
Faycal Cheffou arrestato e di nuovo rilasciato. La storia del giornalista freelance Faycal Cheffou sembra non avere fine. Secondo quanto riferiscono i media belgi il reporter, su cui pende ancora l’accusa di terrorismo, martedì è stato di nuovo fermato dalla polizia e portato in commissariato dopo che un uomo lo ha visto arrampicarsi, a piedi nudi, su un edificio nel centro di Mertem (Brabante Fiammingo) e introdursi in un appartamento al terzo piano.
Quando gli agenti sono arrivati, lo hanno trovato che riposava a letto dopo aver fatto una doccia. Cheffou avrebbe spiegato di aver chiesto ospitalità ad un amico perché si sentiva “perseguitato”. E’ stato lui ad avergli dato il permesso di entrare in casa. Una versione confermata alla polizia che ha così rilasciato il giornalista. L’appartamento era stato perquisito nel corso della giornata, nell’ambito di un’indagine anti-terroristica.
Ricordiamo che il giornalista era già stato arrestato perché sospettato di essere “l’uomo con il cappello” dell’aeroporto di Zaventem, e poi rilasciato per mancanza di prove.
Salah ha cambiato idea sull’estradizione. L’ex terrorista più ricercato d’Europa Salah Abdeslam adesso vuole essere estradato in Francia e ha detto che “collaborerà con le autorità francesi”. Queste le parole del suo avvocato Cedric Moisse poco prima dell’udienza prevista per oggi davanti alla Corte d’appello di Bruxelles sulla revisione del mandato d’arresto europeo emesso nei suoi confronti dalla Francia.
Liberato il libanese fermato a Fiumicino, legami con terroristi. Un uomo di nazionalità libanese era stato fermato oggi all’aeroporto di Fiumicino dopo essere stato bloccato per un normale controllo dalla Polizia di frontiera. L’uomo era sospettato di avere legami con una cellula terroristica. È stato liberato.
Parigi: un nuovo nome tra gli otto ricercati. Sarebbero otto le persone ricercate nel quadro delle inchieste sugli attentati di Bruxelles e Parigi. Tre di esse avrebbero legami diretti con Olanda, Svezia e Germania. Lo afferma la Cnn, secondo quanto riportato dal’edizione online del quotidiano Le Soir.
La tv all news statunitense indica il nome di due dei ricercati, che avrebbero avuto legami con Abelhamid Abaaoud, il jihadista ucciso a Saint Denis, e con Salah Abdeslam che li avrebbe incontrati a Ulm a settembre scorso. Si tratterebbe di un belga di origine maliana, Yoni Patrick M., 25 anni, di cui l’Isis aveva annunciato la morte con un messaggio Twitter che sarebbe risultato falso e di Naim A,. un siriano di 28 anni.
Il primo sarebbe andato in Siria una prima volta nell’aprile 2013. Rientrato in Belgio a giugno, sarebbe stato arrestato e rilasciato. Nel gennaio 2014 sarebbe ritornato in Siria, stavolta con Abdelhamid Abaaoud ed il fratello Younes. Il siriano Naim sarebbe legato all’attentato del 22 marzo a Bruxelles e starebbe usando documenti falsi.