Attentato a un reporter siriano: si è sempre battuto contro l'Isis
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Attentato a un reporter siriano: si è sempre battuto contro l'Isis

Ahmad Abdelkader è tra i fondatori Raqqa has been slaughtered silently. L'agguato ha le stesse modalità con cui l'Isis ha ucciso un altro reporter

Ahmad Abdelkader
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14 Giugno 2016 - 13.08


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Due giorni fa ad Urfa in Turhia colpi sparati di pistola hanno raggiunto alla testa e al torso Ahmad Abdelkader, uno dei fondatori di Raqqa has been slaughtered silently (Rbss), reporter che quotidianamente con il suo lavoro racconta gli orrori dello Stato Islmico. Il giornalista da un anno e mezzo ha lasciato il gruppo per lavorare con un altro collettivo di media indipendenti, Eye on Homeland. Operato d’urgenza a Urfa, Abdelkader è in condizioni stabili:le immagini del suo corpo insaguinato hanno fatto il giro del mondo e turbato molti rappresentati dei media siriani.

Abdelkader lavorava con Naji Jerf, il padrino dei citizen journalist siriani, il 34nne ucciso a dicembre nella stessa maniera per le strade di Gaziantep, sempre in Siria. Qualche mese prima, sempre a Urfa a morire era stato il fratello di Abdelkader, Ibrahim, che si era rifugiato oltreconfine per sfuggire all’Isis che lo ricercava a Raqqa. Ibrahim era stato decapitato nel suo appartamento di Urfa da un commando di miliziani del Califfato.

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Ahmad Abdelkader negli ultimi mesi, dopo le due drammatiche morti, aveva fermato il suo rapporto di collaborazione con Rbss, ma ogni giorno portava avanti il suo lavoro di Jerf, pur di essere sempre nel mirino dell’Isis. “Siamo tristi, ma non molliamo”, ha detto ieri notte parlando a Repubblica AbdelAziz Al Hamza, portavoce del gruppo e anche lui costretto all’esilio dallo Stato islamico.

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