Coerenza questa sconosciuta. La plenaria straordinaria a Bruxelles ha approvato la risoluzione bipartisan a larghissima maggioranza: Gran Bretagna fuori subito con 395 voti a favore, 200 contrari e 71 astenuti. Bene, si dà il via alla volontà del popolo.
E invece, i paladini della ‘voce dei cittadini’, i 17 europarlamentari del M5S hanno votato compatti con il leader dell’Ukip Nigel Farage, di cui sono alleati nel gruppo euroscettico Efdd, contro la risoluzione del Parlamento europeo sulla Brexit. Dunque per ritardare la Brexit e la tanto amata volontà popolare.
Eppure nei giorni precedenti al voto referendario, (ma appena conculso quello italiano sulle amministrative: casualità) il Movimento fondato da Grillo aveva scaricato Farage dicendo: l’Europa si cambia dall’interno.
Ma i grillini e Farage nell’Europarlamento sono nello stesso gruppo e quindi non deve sorprendere se votano assieme. L’aspetto più significativo, e apparentemente contraddittorio, però, è il fatto che i populisti che vogliono la disgregazione dell’Europa e applaudono alla Brexit adesso tirano il freno a mano e non hanno nessuna voglia di lasciare in fretta i benefici che derivano dallo stare nell’Unione europea. Coerenza su coerenza, insomma.
Il voto. Il testo – sostenuto da popolari, socialisti, liberali e verdi – è stato approvato a larga maggioranza. Tra i 200 ‘no’ non solo quelli del gruppo dei conservatori Ecr (di cui fanno parte, tra gli altri i ‘tories’ britannici), ma anche dell’Efdd di Grillo e Farage, l’Enf di Marine Le Pen e Matteo Salvini e l’estrema destra neofascista dei ‘non iscritti’.
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