Il segretario di Stato Usa John Kerry ha parlato con il suo omologo turco al telefono nelle prime ore di oggi. La comunicazione – che di fatto rappresenta un avvicinamento degli Usa alle richieste della Turchia- è avvenuta all’indomani dell’inizio dell’offensiva turca in Siria e dopo che il vicepresidente Usa Joe Biden ha detto durante la sua visita in Turchia che Washington avrebbe chiesto alle forze curdo-siriane di non oltrepassare l’Eufrate verso Ovest. “La conversazione tra i due si è focalizzata sugli sforzi relativi al futuro della Siria, la conclusione del conflitto e la garanzia di un cessate-il-fuoco permanente in primo piano”, ha reso noto la fonte turca sottolineanto che Cavusoglu e Kerry hanno parlato anche dell’offensiva “Scudo dell’Eufrate”. “Nel corso della telefonata è stata sollevata anche la questione del Pyd/Ypg (le forze curdo-siriane del Partito d’unione democratica e Unità di protezione del Popolo)”, ha aggiunto la fonte. La Turchia considera il Pyd, che governa la zona autonoma curda del Rojava, e le milizie popolari curde dell’Ypg, che combattono l’Isis in Siria in collaborazione con gli Stati uniti, come un gruppo terroristico alleato del Pkk. “Il segretario di stato Usa Kerry ha sottolineato che le forze del Pyd/Ypg si stanno ritirando a est dell’Eufrate”.
L’operazione “Scudo dell’Eufrate” è scattata ieri alle 4 del mattino. Raid aerei hanno preparato il terreno all’ingresso dei blindati, coperti anche dal fuoco dell’artiglieria pesante. “Le azioni di Ankara in Siria possono compromettere in modo serio il processo di normalizzazione dei rapporti bilaterali con Mosca, sul quale si erano accordati il presidente Vladimir Putin e Erdogan, nel loro incontro a San Pietroburgo”, ha continuato Kommersant. “Erdogan fa il suo gioco e come sempre si trova dall’altra parte della barricata”, ha dichiarato al quotidiano il diretto del Centro ‘Russia-Oriente-occidente’, Vladimir Sotnikov.