di Maria Magarik
Le sue ultime parole famose? “Combattere la corruzione è lo scopo principale della mia vita”. Parole messe nero su bianco in un recente rapporto dal colonello Dmitry Zakharchenko ai vertici del Ministero dell’Interno russo. La sua, una lunga carriera a caccia dei corruttori, finita, però, con le manette ai polsi, e per corruzione. Quando lo hanno arrestato, la polizia, infatti,ha trovato il suo appartamento pieno di soldi all’inverosimile. Le autorità da tempo tenevano d’occhio l’infaticabile vice-capo dell’anticorruzione. Ed avevano ragione a farlo, anche per una preziosissima soffiata che vi diremo. Nella lussuosa abitazione del cacciatore di corrotti, a pochi passi dall’Università di Mosca, gli investigatori hanno trovato una tonnellata di banconote. Avete capito bene, una tonnellata di banconote, una somma incredibile, per un totale di 120 milioni di dollari. Pensate, per contarli, ci sono voluti due giorni e due notti.
“Non so come tutti questi soldi sono finiti a casa…” ha detto Zacharchenko ai giornalisti durante l’udienza di convalida dell’arresto. E ha provato a discolparsi: “L’appartamento è intestato a mia sorella…” Inutile: manette e carcere.
Secondo l’accusa, il colonello anticorruzione avvisava gli indagati degli sviluppi investigativi sul loro conto, ottenendo in cambio pesanti mazzette, cifre a sei zeri. Ma il colonnello non aveva fatto i conti con la portiera del suo palazzo. Tenendo fede alla tradizionale curiosità della funzione, alla portiera non è sfuggito il via vai dell’ufficiale, sempre con un voluminoso, pesante trolley. Pesante in entrata…E così,indagini finanziarie e testimonianza della portiera hanno chiuso la carriera del colonnello, azzerato le sue ricchezze. Una storia incredibile, nel cuore di Mosca, degna della penna di Nicolaj Gogol’.