Chiamiamo le cose con il loro nome: xenofobia. Del resto molti paesi che per decenni hanno fatto parte del blocco sovietico e nei quali ha governato il partito comunista, avevano nella loro storia imponenti tracce di razzismo e xenofobia, che sono rispuntati fuori.
Così l’Ungheria di Orban, che mostra sempre più il volto dell’estrema destra, ha voluto portare alle urne i cittadini per votare nel referendum sul sistema di ricollocamento dei rifugiati nei Paesi dell’Ue.
Ma il referendum è fallito in Ungheria. Il vice presidente del partito di governo Fidesz, Gergely Gulyas, ha annunciato che non è stato raggiunto il quorum del 50% necessario per dichiarare valido il referendum. Ma la politica xenofoba di Budapest non cambierà. Infatti Orban ha rivendicato come un successo politico il 98% di no ai migranti: a spoglio quasi definitivo, con il 95% delle schede scrutinate, i “sì sono stati solo circa il 2%: lo rende noto il sito dell’ Ufficio elettorale nazionale ungherese. I definitivi si sapranno soltanto domani. I voti nulli sono stati l’8%.
Si conferma che l’affluenza è stata del 43,42% e i votanti sono stati circa 3,1 milioni. Il quorum del 50% non è stato quindi raggiunto
Il referendum era stato convocato dal governo del premier nazionalconservatore Viktor Orban, al potere dal 2010, il quale ha deciso di consultare i cittadini sulla scelta dell’Ue di ripartire fra gli Stati membri i migranti arrivati con la recente ondata. ‘Volete o no che la Ue decida quote di ripartizione di migranti tra i suoi Stati membri, senza prima ascoltare governi e parlamenti a sovranita’ nazionale?’, è il quesito posto sulla scheda. E sarà interessante soprattutto vedere se si raggiungerà il quorum del 50% necessario per rendere valido il voto, visto che vittoria è data per scontata in un Paese in cui l’80% è contrario all’accoglienza di migranti.
Il commento di Orban
“Non importa se il referendum risulterà valido o meno: conseguenze giuridiche ci saranno comunque. L’importante che i no siano maggioranza”: lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban recandosi al seggio nel suo quartiere a Budapest. Fra le possibili conseguenze di cui ha parlato il premier, c’è una modifica della costituzione ungherese per vietare di accogliere in Ungheria cittadini stranieri senza l’approvazione del Parlamento ungherese. Orban inoltre ha detto che chiederà una decisione nell’Ue che accordi ai singoli Stati il diritto di opporsi al ricollocamento dei profughi.