L'Isis promette un bagno di sangue a Mosul: 16 attacchi suicidi
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L'Isis promette un bagno di sangue a Mosul: 16 attacchi suicidi

I Peshmerga si sono fermati, dopo aver preso circa una decina di villaggi ad est della città roccaforte dello Stato islamico. Usa: non guidiamo noi l'offensiva.

La battaglia di Mosul
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18 Ottobre 2016 - 09.24


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L’avanzata delle forze irachene da sud e dei peshmerga curdi da nord appoggiati dalle truppe speciali  sta incontrando la forte resistenza dello Stato Islamico. Solo nelle ultime ore ci sono stati 16 attacchi suicidi mentre i cosiddetti soldati del Califfato, utilizzando tecniche da guerriglia, hanno attaccato i convogli dei peshmerga e i carri armati iracheni.

In Iraq è in corso la battaglia per la città di Mosul, conquistata due anni fa dagli uomini dello stato islamico e loro ultima roccaforte nel Paese. Le forze irachene sono a pochi chilometroi dalla città, appoggiate dai peshmerga curdi, da milizie sciite e dagli aerei della coalizione internazionale. Già liberati nove villaggi lungo il fronte di Al Jazer, a Nord-Est della città. All’offensiva hanno partecipano anche circa 1500 combattenti sunniti iracheni, addestrati dalle forze turche. Nonostante gli attriti col premier iracheno, lo sciita al-Abadi, il presidente turco Erdogan ha affermato che è “impensabile che la Turchia resti fuori dall’offensiva”. L’Onu lancia ancora una volta l’allarme: si temono scudi umani; a rischio un milione e mezzo di civili. 

Rallenta l’offensiva verso Mosul dell’esercito iracheno da sud, e in particolare quella dei miliziani Peshmerga curdi da est, dopo che ieri gli stessi curdi avevano detto di essere arrivati ad una quindicina di chilometri dalla città. Una inviata della televisione panaraba Al Arabiya vicino alla linea del fronte tra le forze curde e i miliziani dell’Isis riferisce che i Peshmerga si sono praticamente fermati, dopo aver affermato di avere preso il controllo ieri di 8-10 villaggi ad est della città roccaforte dello Stato islamico. Ma la stessa giornalista sottolinea che da alcuni di questi villaggi si vedono ancora alzarsi colonne di fumo degli incendi appiccati dai jihadisti, che quindi sembrano ancora presenti. In particolare, i curdi non sono ancora riusciti a prendere il controllo del principale villaggio cristiano di questa regione, quello di Bartella.

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“Nelle prime ore del via all’operazione di Mosul, le avanguardie delle forze Peshmerga curde sono riuscite a liberare nove villaggi nel perimetro di al Jabal al Asfar (“Monte Giallo”) dopo che sono state sfondate le prime difese” degli uomini del Califfato nero, ha detto l’emittente di Stato indicando in 4.000 i combattenti dei Peshmerga che partecipano all’offensiva. Generale Usa: l’operazione potrebbe durare settimane Il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione a guida statunitense che opera in Iraq a fianco delle forze governative, ha raffreddato troppo facili entusiasmi dichiarando che l’operazione lanciata per riconquistare Mosul potrebbe durare molte settimane, se non di più.  

La televisione curda Rudaw sottolinea che a sud le forze dell’esercito di Baghdad sono costrette ad avanzare lentamente, villaggio dopo villaggio, per bonificare gli abitati da esplosivi lasciati dai jihadisti in ritirata, per la presenza di cecchini e per il pericolo di attacchi suicidi. “Questa offensiva non è una passeggiata verso Mosul, ma una lenta avanzata”, sottolinea l’emittente.

Le Nazioni Unite: Rischio armi chimiche.  Lo Stato islamico potrebbe utilizzare i civili di Mosul come scudi umani e usare armi chimiche contro l’offensiva del governo per liberare la città irachena. È l’allarme dell’Onu secondo cui “non è possibile scartare l’ipotesi di un attacco jihadista con armi chimiche”. La coordinatrice umanitaria Onu in Iraq, Lisa Grande, è convinta si possa trattare “del peggiore scenario possibile” che però le forze irachene considerano improbabile. È un’eventualità legata a precedenti casi di utilizzo di ‘gas mostarda’ da parte dell’Isis in Iraq, ha precisato Grande ribandendo l’allarme per la popolazione della città controllata dalle forze del califfato dal 2014.

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La presenza americana sul campo. Forze speciali americane sono impegnate sul terreno, in particolare insieme ai miliziani curdi Peshmerga, riferiscono il sito curdo iracheno Rudaw e una inviata vicino alla prima linea della televisione panaraba al Jazira. Secondo entrambe le fonti, i militari americani sono “chiaramente visibili” sul terreno.

Casa Bianca: gli Usa non guidano l’offensiva.  Gli Usa non stanno guidando l’offensiva a Mosul: lo ha sottolineato Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, sostenendo che i militari americani presenti nella zona non hanno responsabilità nella guida delle operazioni ma forniscono “consigli e assistenza”, anche se sono equipaggiati per combattere. L’offensiva su Mosul, ha aggiunto, è un test della strategia di Obama per sconfiggere l’Isis sul terreno senza truppe americane.

Onu: rischio che i civili diventino scudi umani. L’Onu è “estremamente preoccupato” per la sorte degli 1,5 milioni di civili a Mosul e teme che “migliaia di loro potrebbero ritrovarsi sotto l’assedio” delle truppe governative o diventare “scudi umani” nelle mani dell’Isis. Lo afferma in un comunicato il sottosegretario per gli affari umanitari, Stephen O’Brien, facendo appello “a tutte le parti perché rispettino i loro obblighi di proteggere i civili in base alla legge umanitaria internazionale”.

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