Usa, la tre giorni di Renzi: fervono i preparativi per lo 'State dinner'
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Usa, la tre giorni di Renzi: fervono i preparativi per lo 'State dinner'

Il premier negli Stati Uniti con la moglie Agnese, Benigni e la campionessa paralimpica di scherma Bebe Vio. Oggi l’incontro alla Casa Bianca.

Rezni in Usa con la moglie Agnese
Rezni in Usa con la moglie Agnese
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18 Ottobre 2016 - 09.58


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Fervono i preparativi. I cerimonieri della Casa Bianca hanno persino consentito a telecamere e giornalisti italiani di dare uno sguardo – con 30 ore di anticipo – alle posate, alle porcellane e alla tavola dove questa sera si consumerà l’ultima cena di Stato del presidente Barack Obama, ospiti d’onore Matteo Renzi e la signora Agnese.

Alla Casa Bianca fervono i preparativi per l’ultimo ‘State dinner’ che questa sera Barack Obama e la first lady Michelle offriranno con i massimi onori a Matteo Renzi e alla moglie Agnese. Una cena “scintillante”, titola il Washington Post, con la quale il presidente uscente americano vuole suggellare la fiducia al premier italiano e alle sue riforme, sostenendolo come “alleato chiave” in Europa anche in vista delle imminenti elezioni americane. Un assist a Renzi per il referendum di dicembre che il capo del governo italiano valorizza portando con se alcuni simboli del Belpaese, da Benigni ad Armani, da Giusi Nicolini a Bebe Vio. Non senza polemiche. 

In una intervista a ‘Repubblica’ Obama si schiera apertamente con il premier italiano contro l’austerity europea. Mentre in Usa “le imprese hanno creato oltre 15 milioni di nuovi posti di lavoro”, in Europa “credo che le misure di austerità abbiano contribuito al rallentamento della crescita, dice Obama. “Ecco perché – aggiunge – penso che la visione e le riforme ambiziose che il primo ministro Renzi sta perseguendo siano così importanti”.

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Il premier Matteo Renzi è partito ieri poco prima delle 15 con un volo di Stato dall’aeroporto di Pisa diretto negli Stati Uniti dove parteciperà alla cena del Presidente Barack Obama. Con lui a bordo dell’aereo presidenziale ci sono, tra gli altri, anche la moglie Agnese, Roberto Benigni e la campionessa paralimpica di scherma Bebe Vio. L’aereo del premier è decollato pochi minuti prima delle 15, dopo che Renzi ha partecipato a un’iniziativa alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il presidente del Consiglio e i rappresentanti della delegazione italiana non hanno rilasciato dichiarazioni ai giornalisti.

Il presidente del Consiglio è approdato a Washington molto compiaciuto per l’evento e anche molto adrenalinico, come raramente gli era accaduto nel passato. Sospinto da una “febbre” da caccia al consenso in vista del referendum del 4 dicembre, Renzi sta interpretando la missione con ritmi forsennati.

La cena. A Washington il protocollo conta e il fatto che l’Italia sia stata scelta come la protagonista dell’ultima cena di Stato della presidenza Obama non è casuale, così come non è casuale l’enfasi di un giornale non distante dalla Casa Bianca come il Washington Post, che definisce l’invito a Renzi “un clamoroso voto di fiducia da parte dell’amministrazione Obama”, anche in vista del referendum, mentre il Financial Times racconta di un’accoglienza “da star”.   

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Durante i contatti diplomatici che hanno preparato l’evento, il messaggio più forte diretto dall’amministrazione americana a palazzo Chigi è stato quello relativo all’imminente referendum: appoggio incondizionato alle riforme e al Sì. Ma anche un consiglio: un’eventuale vittoria del No, non dovrebbe avere come conseguenza l’uscita di scena del leader italiano. Ovviamente a Washington non si entra nei dettagli e non lo farà oggi Obama – dimissioni, reincarico, ecc. – ma il consiglio è quello: Renzi non deve mollare. I democratici americani investono sul capo del governo italiano, più che per effetto di un rapporto personale speciale – che pure è buono – tra Obama e Renzi – per motivi strategici: in un’Europa vacillante, non può entrare in crisi anche l’Italia di Renzi, tra l’altro paladino di un modello di politiche attive per la crescita, in linea con quelle dell’amministrazione Obama. Questa motivazione la spiega Charlie Kupchan, responsabile dell’Europa al National Security Council: “La futura stabilità e crescita del continente sarà al centro dei colloqui, e noi vediamo Renzi come uno dei giovani leader che possono realizzarla”. 

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