Approfittando di Mosul, Erdogan massacra i curdi in Siria
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Approfittando di Mosul, Erdogan massacra i curdi in Siria

Sono stati presi di mira gli stessi che hanno liberato Kobane e che oggi vengono definiti "terroristi"

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20 Ottobre 2016 - 15.54


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Ankara ha bombardato gli obiettivi curdi nel nordovest della Siria, uccidendo quasi duecento miliziani, definiti “terroristi” da Ankara. Sono stati presi di mira 18 obiettivi del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e del Partito dell’Unione democratica (Pyd).
“Gli attacchi sono tuttora in corso”, ha dichiarato il comandante dei miliziani dell’Ypg, riferendo che per ora solo una decina di combattenti è rimasta vittima degli attacchi; secondo le fonti filogovernative turche, invece, sarebbero stati circa duecento i morti nei raid, avviati nella notte di mercoledì.
Cosa è Ypg, l’Unità di Protezione Popolare, contro cui la Turchia si scaglia ferocemente? Sono il maggior braccio armato curdo in Siria e una delle forze più efficaci di opposizioneall’Isis.  Il governo turco li accusa di essere dei terroristi complici degli attentati in Turchia e vicini al Pkk, il Partito dei Lavoratori Curdi, che rivendica l’autonomia territoriale della regione a maggioranza curda ed è ritenuto da Erdogan uno dei propri nemici interni.
Ovviamente colpire una forza armata che lotta contro l’Isis ha suscitato le perplessità internazionali. In questi mesi si sono susseguiti vari tentativi dei turchi di colpire i guerriglieri anti-Isis del Rojava, il ‘Kurdistan siriano’ ovvero la regione siriana ad alta presenza curda. Anche Pentagono hanno spesso chiesto a Erdogan di fermare gli attacchi contro i curdi siriani.
Nonostante i richiami di Usa e Unione europea il 24 agosto l’esercito turco è penetrato nel nord della Siria, per assicurarsi che i curdi non superassero il confine naturale costituito dal fiume Eufrate. Il paradosso è che i curdi siriani del Pyd-Ypg sono considerati alleati dagli Stati Uniti, ma terroristi dalla Turchia. Questo fatto rende tesi i rapporti tra Ankara e Washington.

Leggi anche:  L'inviato Onu per la Siria invoca un intervento internazionale per evitare il collasso delle istituzioni

 
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