Caro cittadino, qual è secondo te il pericolo più grande che corriamo in caso di una possibile (ahimé) Terza guerra mondiale? Probabilmente a questa domanda è facile rispondere: il pericolo nucleare. Perché di fronte a questo scenario di follia non c’è Isis che tenga. Su questo è difficile non essere d’accordo.
Ebbene, nel giorno in cui un voto dell’Onu ha affrontato con una grande maggioranza questo tema scottante, votando una Risoluzione politica che chiede di avviare nel 2017 i negoziati per un Trattato internazionale volto a vietare le armi nucleari, il Governo Renzi si è trovato a dover prendere una decisione. Non una decisione qualunque, perché questa decisione storica pone fine a due decenni di paralisi negli sforzi multilaterali per il disarmo nucleare. Quindi, che cosa ha fatto l’Italia? Che cosa ha deciso il governo Renzi, che in teoria dovrebbe avere una sensibilità ereditata dalla cultura di sinistra e da quella cattolica, a nostro nome? Ha votato contro. Avete letto bene. L’Italia renziana è contro il disarmo nucleare. In obbedienza alle decisioni belliche prese su questo argomento da Stati Uniti e Israele.
Una decisione ponderata, questa volta; non i solito voto casuale sul quale poi ripensarci per mancanza di idee, di decisioni e di coscienza come in occasione di quello nell’Unesco su “Palestina Occupata”. No. Il nostro Paese è realmente contrario a ogni risoluzione volta a vietare le armi nucleari. Perbacco, rottamatori, che coraggio! Un paese schiavo, a sovranità limitata, a dir poco. Il voto dell’Onu è avvenuto poche ore dopo l’adozione da parte del Parlamento europeo di una propria risoluzione che invitava tutti gli Stati membri Ue a partecipare in modo costruttivo ai negoziati. Come dire, manco questo invito è stato accolto dal nuclearista filoamericano Matteo Renzi schierato in tuta mimetica come un sol uomo (in questo caso il presidente degli Stati Uniti) contro la famigerata Risoluzione L.41.
Che pena. Senza andare troppo indietro nel tempo, rimpiangendo Aldo Moro, ma anche il Bettino Craxi dei tempi di Sigonella, c’è da dire che aveva la schiena più dritta persino Silvio Berlusconi. Un servilismo del genere nei confronti dell’alleato americano non si vedeva dai tempi di Tanassi. E i media? Peggio che peggio. Tutto quello che è nell’interesse servile nazionale, quindi a favore degli Usa e di Israele, è giusto e sacro. Roba da non credere. Non solo siamo alleati nelle guerre fasulle al terrorismo che non hanno fatto altro che destabilizzare il mondo creando le condizioni per una guerra infinita, non solo siamo alleati acritici della Potenza occupante israeliana senza discussioni, senza etica e senza giustizia, ma adesso sposiamo la causa delle bombe nucleari americane senza manco fiatare. E senza mezza polemica mediatica. Tutti muti o troppo interessati alle beghe dell’Italicum, o dei frigoriferi romani, per accorgersi che il mondo che abbiamo davanti rischia di esplodere per il cumulo enorme di bugie e ingiustizie che sta incendiando il nostro futuro.
Già si sentono nell’aria i conformisti allineati e coperti, ricchi di un potere penoso da maggiordomi, affermare con coraggio che si tratta di “polemiche vetero”. Già, vetero. Come ogni cosa volta a cambiare le regole ingiuste nel mondo. Come l’idea di avere una sovranità, che la democrazia possa servire a dare un governo vero a un paese; un governoche faccia scelte proprie, sul piano economico e su quello politico e militare. Che scelga la pace e il disarmo, non l’apparato bellico-industriale.
Su questo punto, sulla stampa a tappetino, segnaliamo anche l’intervista del direttore della Stampa, Maurizio Molinari, al presidente di Israele, Reuven Rivlin. Le prime due domande sono sulla negazione del rapporto tra ebrei e Gerusalemme della Risoluzione dell’Unesco “Palestina occupata”. Ma questa negazione, come ha scritto Globalist, che l’ha pubblicata interamente a vantaggio di un lettore meno allocco, non esiste. Anzi… Leggete da soli: Unesco: ecco il testo integrale della risoluzione “Palestina Occupata”. Sempre da Globalist: Nella traduzione integrale della risoluzione al comma 3 leggiamo: “Affermando l’importanza che Gerusalemme e le sue mura rappresentano per le tre religioni monoteiste, affermando anche che in nessun modo la presente risoluzione, che intende salvaguardare il patrimonio culturale della Palestina e di Gerusalemme Est, riguarderà le risoluzioni prese in considerazione dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e le risoluzioni relative allo status legale di Palestina e Gerusalemme…” In apertura, la risoluzione riconosce che Gerusalemme e le sue mura sono sacre ai tre monoteismi e ai loro fedeli: ebrei, cristiani musulmani. Non c’era dunque alcuna ragione di gridare all’antisemitismo…
Da dove genera tale assurdità? Così si lancia Molinari, incapace di fare una sola domanda sulla questione posta invece dalla Risoluzione, ossia sul fatto che Israele (non gli ebrei) sia Potenza occupante (innegabile) che non rispetta alcuna risoluzione dell’Onu né alcun trattato né alcuna legalità. Poi c’è chi si lamenta delle interviste in ginocchio ad Assad. Dai… Penoso il governo, penosi i media che tacciono su tutto e raccontano una realtà intossicata dagli interessi delle potenze nucleari e finanziarie.
Caro cittadino, forse è il tempo di alzarsi da davanti all’arena mediatica di tv e social, e di riprendersi in mano il futuro. Finché è possibile.
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