Il complotto dei frigoriferi, quello delle scie chimiche, il complotto dei servizi segreti di tutto il mondo. Come dire, la teoria del complotto va dalla monnezza al Grande Vecchio che decide che cosa deve accadere nel mondo. E siamo abituati a pensare che è complottismo ogni cosa che va contro il potere in modo poco dimostrato. Ogni cosa che parta dalla frase: non vi pare strano che…
Poi ieri, sulla Repubblica, assistiamo alla dotta spiegazione di Federico Rampini del perché le mail di Clinton non sono state diffuse da Putin. Fa un ragionamento per certi versi anche banale, ma la cosa più divertente è l’attacco. Secondo Rampini, Wikileaks è il braccio armato di Putin. Perbacco Rampini, vedo che sulla Repubblica per fare affermazioni così ad capocchiam non servono prove, non servono inchieste.
Anche perché le inchieste, spesso, sono dovute a elargizioni di rivelazioni di parte. Ma il giornalismo mainstream ha capito da tanti anni come risolvere il conflitto sulle fonti: è fonte buona quella che rivela qualcosa che non danneggia il potere vero, o per lo meno non dà fastidio. Tutto il resto sono scie chimiche o frigoriferi romani.
In questo caso, l’affermazione immotivata di Rampini è più vicina al frigorifero che a una notizia accertata.