Oltre 100 cadaveri decapitati: scoperta una fossa comune a sud di Mosul
Top

Oltre 100 cadaveri decapitati: scoperta una fossa comune a sud di Mosul

La tragica scoperta nella zona strappata all’Isis. Prosegue l'offensiva a Mosul e Raqqa.

Mosul
Mosul
Preroll

globalist Modifica articolo

8 Novembre 2016 - 10.48


ATF

I jihadisti dello Stato islamico stanno perdendo terreno attorno alle loro roccaforti in Iraq e Siria, Mosul e Raqqa, con l’avanzata delle forze governative irachene e dei combattenti arabo-curdi.

Le forze curdo irachene hanno riconquistato Bashiqa, una delle ultime città a Est di Mosul sotto il controllo dello Stato Islamico. Lo ha annunciato un responsabile della sicurezza.

La città è sotto il nostro “completo controllo”, ha dichiarato Jabbar Yawar, segretario generale del ministero regionale curdo responsabile per le forze dei peshmerga, raggiunto al telefono dalla France Presse.

In Iraq dunque dopo essere entrati a Mosul da Est, le truppe irachene si stanno spostando verso Sud, dove hanno già conquistato la città di Hamam al Alil, a una quindicina di chilometri dalla periferia della roccaforte dell’Isis. Qui è stata scoperta una grande fossa comune con almeno “100 corpi con le teste mozzate”. A Nord-Est, inoltre, i combattenti curdi hanno lanciato l’assalto a Bachiqa, dove è in corso una caccia ai jihadisti “casa per casa”. “Fino a sette quartieri” di Mosul sono ormai controllati dalle forze dell’antiterrorismo”, ha dichiarato il portavoce Sabah al Noman.

Leggi anche:  Padre Dall’Oglio: sulla Rai un docufilm sul 'monsignor Romero' di Siria

Il Pentagono ha annunciato ieri che gli Stati uniti sono impegnati con elicotteri d’attacco Apache, utilizzati soprattutto per la distruzione di auto imbottite di esplosivo che i kamikaze dell’Isis lanciano contro le truppe filogovernative. Il numero di civili sfollati dall’inizio della battaglia di Mosul ha ormai superato i 34.000, secondo un nuovo bilancio dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

In Siria, l’operazione “Ira dell’Eufrate” destinata a isolare la città settentrionale di Raqqa, lanciata sabato scorso, ha permesso alle Forze democratiche siriane di avanzare da Nord verso la regione desertica. “Ci siamo impossessati delle armi” dell’Isis “e abbiamo ucciso un gran numero di combattenti”, ha affermato il portavoce dell’offensiva, Jihan Sheikh Ahmad. A Mosul, invece, i jihadisti presenti in città – in un numero tra 3.000 e 5.000 – sono ormai quasi circondati e nella morsa delle forze governative sostenute dagli Stati uniti.

In Siria, gli arabo-curdi hanno anche conquistato il villaggio di Abu Ilaj, a soli 30 km da Raqqa, dove i combattenti hanno scavato trincee e accumulato sacchi di sabbia “per evitare che i jihadisti possano infiltrarsi e lasciare le auto imbottite di esplosivo”. Domenica, salutando l’inizio dell’offensiva su Raqqa, il segretario alla Difesa Usa Ashton Carter aveva avvertito che, “come a Mosul”, “la battaglia non sarà facile e il lavoro da fare sarà duro”. “La prima fase sarà quella di isolare Raqqa” tagliando le principali vie di comunicazione con l’esterno, ha avvertito da parte sua il Centcom, il comando delle forze americane in Medio Oriente.

Leggi anche:  Padre Dall’Oglio: sulla Rai un docufilm sul 'monsignor Romero' di Siria

 

Native

Articoli correlati