In principio era Grexit. Sfiorata. Poi la Brexit, poi l’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump (che lì ha perso di 29 punti percentuali contro Hillary Clinton): la California pensa seriamente alla secessione e oggi il movimento secessionista ha compiuto il primo passo formale, sottoponendo la proposta di un referendum all’ufficio del segretario alla Giustizia californiano, nella speranza che si possa votare già nel 2018 sulla ‘Calexit’.
Fattore Trump. Marcus Ruiz Evans, il vicepresidente e cofondatore di Yes California, ha detto al Los Angeles Times che il suo gruppo aveva pianificato di aspettare ancora, ma che l’elezione di Trump ha accelerato il processo.
“Lo stiamo facendo ora per l’enorme attenzione” riservata al tema, ha aggiunto Evans, che ha fondato il gruppo oltre due anni fa, raccogliendo l’insoddisfazione di tanti californiani, basata per esempio sul fatto che i contribuenti pagano imposte federali superiori alle somme che poi lo Stato riceve da Washington e su una differenza culturale con il resto del Paese piuttosto evidente.
L’ufficio del segretario alla Giustizia darà un titolo e un sommario alla richiesta del gruppo, che potrà poi dar vita alla raccolta firme, presumibilmente in primavera. Solitamente, per riuscire a portare una proposta fino in fondo raccogliendo le firme necessarie, servono ingenti finanziamenti, di cui al momento Yes California non dispone. Per non fallire, la richiesta di indire un referendum ha bisogno di un numero di firme pari almeno al 5% dei voti totali alle ultime elezioni statali, ovvero 365.580. Il percorso verso l’indipendenza, però, è molto più complicato e passerebbe anche attraverso l’approvazione del Congresso federale.
Louis Marinelli, presidente di Yes California, ha dichiarato al Washington Times che la Brexit è stata importante perché “è un caso del 21esimo secolo di un’entità politica che lascia un’unione politica. E ora i californiani che sentono dire la parola ‘secessione’ non devono più pensare alla Guerra civile”.
La California è diventata un territorio statunitense solo alla fine della guerra con il Messico, divenendo poi il 31esimo Stato del Paese nel 1850.
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