Il patriarca Kirill: le nozze gay come le leggi naziste
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Il patriarca Kirill: le nozze gay come le leggi naziste

Il primate della chiesa ortodossa russa si scaglia contro le leggi approvate in molti paesi

Il patriarca Kirilk
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21 Novembre 2016 - 17.48


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Almeno non ha invocato la giustizia divina ed è già qualcosa; «Quello che sta accadendo dei paesi occidentali è che, per la prima volta nella storia umana, la legislazione va contro la natura morale degli esseri umani». Così si è espresso il patriarca Kirill a proposito del matrimonio-gay.
«Non è la stessa cosa, certo, ma in qualche modo possiamo paragonarlo all’apartheid in Sudafrica o alle leggi naziste: erano frutto di un’ideologia e non parte della natura morale. La Chiesa non potrà mai approvarlo».
«Noi diciamo – ha sottolineato il patriarca nella sua lunga intervista con Russia Today – che la Chiesa non può mai ridefinire il bene e il male, il peccato e la giustizia, ma noi non condanniamo le persone che hanno diverse preferenze sessuali. Grava sulla loro coscienza e sono affari loro: ma ciò non deve essere discriminato o punito, come era pratica comune in alcuni stati. Tuttavia, in nessun caso questo dovrebbe essere accettato come norma sociale non diversa dalla norma sociale che deriva dalla nostra natura morale, cioè il matrimonio tra un uomo e una moglie per creare una famiglia e avere dei figli. Ecco perché crediamo che questa nuova tendenza costituisca una grave minaccia per l’esistenza della razza umana».
«La Chiesa – continua – deve affrontare questo e dire che è una brutta cosa, ma abbiamo visto che le autorità di alcuni paesi hanno cercato di mettere a tacere gli ecclesiastici. Un pastore protestante è andato in galera per aver chiamato nel suo sermone un matrimonio omosessuale un peccato. Questo ricorda molto quello che accadeva sotto il totalitarismo sovietico. Nei paesi che dichiarano il loro impegno per la libertà di parola, è possibile essere puniti per aver espresso la propria opinione. Questa è una tendenza pericolosa e io spero che si esaurisca e che l’ordine naturale delle cose prevalga: io non voglio nemmeno pensare a cosa ci potrebbe accadere altrimenti».

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