L’elezione di Trump fa volare “1984” di Orwell primo in classifica. Tutto nasce dalla querelle sui numeri dei partecipanti all’insediamento a Washington. Dopo lo scontro con la stampa sulle dimensioni della folla all’evento, e nonostante le immagini mostrassero meno partecipanti rispetto a quella di Obama nel 2009, il nuovo portavoce del presidente aveva insistito “È stata la più partecipata della storia, punto e basta”. Tanto da portare il New york times a definirle come “frasi orwelliane”.
Obama’s 2009 #Inauguration Mall crowd: Standing Room Only
Trump’s “crowd” today: Meh. #ResistFromDay1#TheResistance pic.twitter.com/Hs8Xm4ApUM— BrooklynDad_Defiant! (@mmpadellan) 20 gennaio 2017
KellyAnne Conway, una tra le principali consigliere del presidente, incalzata dalle domande di Chuck Todd di NBC, che le chiede perché Trump e i suoi continuino a insistere su fatti ovviamente falsi come il milione di persone all’Inaugurazione, Conway spiega che questa amministrazione vuole offrire degli “alternative facts”, dei fatti alternativi. Da qui la nuova Orwell-mania.
L’editore Penguin ha già messo in ristampa il romanzo, per rispondere a un picco improvviso della domanda: «Abbiamo ripubblicato il titolo in 75 mila copie solo questa settimana – spiega alla Cnn un responsabile dell’editrice -. È la più grande ristampa di sempre». E ha spiegato che «l’inizio del semestre di primavera porta sempre a nuove vendite del libro, dal momento che “1984” è un punto fermo tra le adozioni dei libri scolastici. Ma le dimensioni di questa ristampa sono insolite».
Martedì sera e ieri mattina il libro era in testa alla classifica di Amazon delle vendite. L’opera di Orwell, insomma, ha 68 anni e dipingeva, anzi alludeva, a ben altri scenari mondiali. Ma viene percepita come fonte attualissima a cui abbeverarsi. Più in basso, nella lista dei best seller di Amazon, ci sono altri due romanzi classici con temi simili: «Qui non è possibile» di Sinclair Lewis, altro romanzo fantapolitico del ’35, e «Il nuovo mondo» di Aldous Huxley, del ’32.
La Cnn la butta lì: «É difficile dire con certezza se tutto ciò sia legato all’inaugurazione di Donald Trump e all’ascesa dei cosiddetti “fatti alternativi”, coniata dall’entourage del presidente americano nel rispondere alle domande di alcuni giornalisti – ad esclusione di Fox News -, che chiedevano un commento sulla poca folla che ha partecipato all’insediamento, rispetto a quella aceanica delle inaugurazioni di Obama e dei predecessori. «La mia è stata la cerimonia più partecipata di sempre, punto e basta», aveva commentato Donald. In quell’occasione, pochi giorni fa, il New York Times ha parlato proprio di «frasi orwelliane». E il bestseller è tornato a volare.
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