Trump taglia i fondi per l'Onu e per le agenzie che riconoscono la Palestina
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Trump taglia i fondi per l'Onu e per le agenzie che riconoscono la Palestina

Il nuovo presidente sta preparando nuovi ordini esecutivi che cambieranno verso alla Casa Bianca

Trump e Netanyahu
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25 Gennaio 2017 - 22.12


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Chissà tutti questi ordini dove porteranno.  Al momento è una incognita su molte cose meno che una: con Trump Israele potrà fare il bello e cattivo tempo mentre per i palestinesi sarà dura reclamare per i loro diritti,
L’amministrazione di Donald Trump, infatti, sta preparando una serie di ordini esecutivi con cui gli Stati Uniti ridurranno drasticamente i finanziamenti a favore di agenzie internazionali, incluse quelle legate alle Nazioni Unite.
Lo ha anticiparo New York Times dicendo che la sforbiciata sarà complessivamente di “almeno il 40%”. Il giornale newyorchese ha ottenuto una bozza di due ordini esecutivi intitolati “Auditing and Reducing U.S. Funding of International Organizations“.
 In base ad essi i finanziamenti a qualsiasi organizzazione internazionale, anche legata all’Onu, verranno fermati in base ad alcuni criteri. A rischio sono le agenzie che riconoscono l’Autorità Nazionale Palestinese o l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che sostengono i programmi per l’aborto o la cui attività bypassa sanzioni contro l’Iran e la Corea del Nord.
Stando alla bozza degli ordini esecutivi, lo stop ai fondi è previsto anche per le organizzazioni che “sono controllate o influenzate in modo sostanziale da ogni Stato che sponsorizza il terrorismo” o che è accusato di persecuzioni a danno di gruppi marginalizzati o di violazioni sistemiche di diritti umani.
Secondo il Nytimes, verrà creato un comitato che farà raccomandazioni su dove i tagli andranno fatti. A quel comitato verrà chiesto di studiare in particolare i finanziamenti dagli Usa alle operazioni di peacekeeping, alla Corte penale internazionale, al Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (che gestisce programmi per la salute e la riproduzione) e agli aiuti per lo sviluppo in paesi che si “oppongono a politiche importanti degli Usa”. Il rischio è che il lavoro delle agenzie al Palazzo di vetro sia compromesso pesantemente; esse dipendono da miliardi di dollari di contributi in arrivo da Washington, anche a favore dei rifugiati. L’altro ordine esecutivo – “Moratorium on New Multilateral Treaties” – prevede l’analisi di tutti i trattati in corso o in attesa di via libera con più di una nazione.

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