È arrivata la reazione-non reazione di Mosca alla notizia delle dimissioni di Michael Flynn, ormai ex consigliere alla sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump.
Il Cremlino non commenta le dimissioni del generale, si limita a un “Non vorremmo commentare in alcun modo, è un affare interno americano, dell’amministrazione del presidente Trump, non è un affare nostro”, come ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.
F lynn è stato travolto dalle critiche per le conversazioni con l’ambasciatore russo negli Usa tenute prima dell’insediamento dell’amministrazione Trump e in cui avrebbe parlato delle sanzioni a Mosca, lasciando intendere all’ambasciatore che la nuova presidenza avrebbe fatto di tutto per eliminare le sanzioni.
Dopo l’escalation di tensioni arrivata a ritenere il generale ‘troppo ricattabile dalla Russia’, è arrivata la lettera in cui Flynn ha presentato le dimissioni da consigliere della sicurezza nazionale, una delle cariche più importanti in America. Trump ha nominato Joseph Keith Kellogg Jr. suo consigliere della Sicurezza nazionale ad interim, in attesa di conoscere il sostituto. In pole sembra esserci l’ex capo della Cia, il generale David Petraeus.
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