E’ pronto l’assalto finale a Raqqa, capitale dell’Isis. Alle porte della città sono arrivati i Marines americani, giunti nel Nord della Siria per prendere parte nelle “prossime settimane” all’operazione militare. Il dispiegamento è stato confermato a media statunitensi da ufficiali, rimaste però anonime. Il Corpo dei Marines non ha voluto commentare, per ragioni diplomatiche, e non ha voluto rivelare l’esatta dislocazione delle forze.
Spiega Giordano Stabile su La Stampa: “I reparti sono dotati di artiglieria pesante, come quelli dispiegati a Sud di Mosul, a Makhmour, nelle fasi preliminari dell’offensiva sulla roccaforte dell’Isis in Iraq. L’artiglieria, probabilmente pezzi da 155 millimetri, servirà a distruggere le postazioni fortificate degli islamisti nel perimetro esterno di Raqqa, in modo da consentire alle forze curdo-arabe, Syrian democratic forces (Sdf), di avanzare verso il centro. Le Sdf si trovano in alcuni punti a soli 15 chilometri dal centro e a ridosso della linea fortificata”.
L’invio dei Marines è un chiaro segno del cambio di strategia della nuova amministrazione Trump, che vuole usare il pugno duro contro l’Isis. Del resto lo stesso neo presidente aveva annunciato in camapgna elettorale che avrebbe estirpato il cancro del Califfato.
Raqqa, con i suoi 500mila abitanti, è l’ultima grande città in mano allo Stato islamico, dopo che i jihadisti hanno dovuto cedere tre quarti di Mosul all’esercito di Assad. Le Sdf impegnate nella liberazione di Raqqa dispongono di 30-40 mila uomini, per tre quarti guerriglieri curdi dello Ypg. L’attacco finale a Raqqa è stato discusso in un vertice di due giorni fa ad Antalya, in Turchia, fra i capi di Stato maggiore turco, russo e americano.
Verso Raqqa si stanno muovendo anche le forze governative siriane, appoggiate da reparti speciali russi. Nessuna protesta ufficiale per la presenza di truppe siriane è arrivata dal governo di Bashar al-Assad; il che fa presumere che Mosca cerchi la collaborazione di Washington per sconfiggere l’Isis in Siria.