Un passo in più del governo ungherese di Orban verso la politica del colpire il business straniero con tasse e iniziative mirate. Come l’ultima, quella che vieta alla birra Heineken di apporre sulla bottiglia il famoso logo con la stella rossa. È parte del suo bando ai simboli totalitari per fini commerciali, che rientra nella proposta di legge del governo nazionalconservatore, che sta portando a uno scontro accesso con il colosso olandese della birra.
Gli scorsi giorni il Parlamento nazionale ungherese, ha votato una legge che proibisce l’uso ed esibizione, anche a fini commerciali, di ogni simbolo totalitario. La lista comprende stella rossa, falce e martello, svastica, croce frecciata (l’emblema dei famigerati Nylas, gli ultrà antisemiti magiari complici e marionette di Hitler) eccetera. Dall’anno prossimo, l’uso di questi simboli, anche della stella rossa, sarà perseguibile penalmente nel paese magiaro.
Non è finita, riferisce l´agenzia di stampa Bloomberg. Le autorità ungheresi assicurano di non voler creare problemi a San Pellegrino o a Converse (che pure hanno lo stesso simbolo sui loro prodotti) ma con Heineken usano un tono più duro. Accusano la multinazionale di voler usare la stella rossa e altri simboli e metodi per espellere dal mercato locale e regionale una piccola fabbrica di birra in Romania ma di proprietà ungherese.
Tutto nasce da una disputa legale in Transilvania, una regione della Romania largamente popolata da ungheresi. Lì un birraio locale era stato querelato dalla compagnia americana per aver usato il suo marchio. Ne era nato un invito al boicottaggio della Heineken da parte del partito di estrema destra ungherese Jobbik. E un ministro del governo Orban aveva addirittura omaggiato il birraio con una visita nella sua fabbrica.
“Crediamo di dover difendere qualsiasi marca e azienda ungherese se qualcuno vuole abusare della sua posizione di predominio del mercato per escludere altri”, ha riferito il leader parlamentare della Fidesz, Lajos Kosa. E altri esponenti della maggioranza sottolineano l’esigenza di “bonificare l´ambiente visuale dai simboli totalitari”, quindi “c´e´una confluenza di due temi”.