Scontri nel parlamento di Skopje, Mosca: "grossolane interferenze di Europa e Usa"
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Scontri nel parlamento di Skopje, Mosca: "grossolane interferenze di Europa e Usa"

La Russia punta il dito contro Europa e Stati Uniti per i disordini in Macedonia.

L'irruzione nel parlamento
L'irruzione nel parlamento
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28 Aprile 2017 - 19.30


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La Russia punta il dito contro Europa e Stati Uniti per i disordini in Macedonia denunciando in un comunicato stampa del suo ministero degli Esteri che “la causa principale della crisi politica interna in atto” è “la grossolana interferenza nelle questioni interne di questo paese”.

Ieri il parlamento di Skopje è stato teatro di violenti scontri, con centinaia di feriti e il lader della sinistra con una contusione che gli ha insanguinato il volto. Al centro delle violenze una questione politica, ma torna a farsi largo l’ipotesi di venti nazionalisti. I manifestanti del fronte conservatore di destra, infatti, hanno fatto irruzione in segno di protesta per l’elezione alla presidenza dell’Assemblea di un membro del partito della minoranza albanese.

“Siamo profondamente preoccupati – dichiara Mosca – dagli ultimi eventi nella repubblica di Macedonia. L’opposizione, che ha perso le elezioni parlamentari, ha tentato di prendere il potere il 27 aprile eleggendo il presidente del parlamento con una lampante violazione della procedura”. Secondo il ministero russo, si e’ di fronte a “un ovvio atto di sbrigativa manipolazione della volonta’ del popolo mirata a deporre il governo legittimo”.

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“Funzionari Ue e ambasciatori di certi paesi europei e degli Stati Uniti – sostiene sempre il ministero degli Esteri russo – hanno immediatamente dato il benvenuto al nuovo presidente del parlamento, che, a proposito, è un ex comandante di campo dell’Esercito di liberazione popolare pro-albanese. Senza dubbio, questa risposta rapida e coordinata – attacca Mosca – dimostra che l’azione era stata progettata in anticipo con la consapevolezza segreta dei tutori esterni dell’opposizione macedone”.

L’ultima grave crisi in Macedonia con i violenti scontri nel parlamento di Skopje e’ la conferma del fragile equilibrio e dell’instabilita’ cronica che caratterizzano i Balcani, una regione da sempre in fermento, teatro a piu’ riprese di guerre e conflitti a sfondo interetnico e religioso le cui conseguenze sono ben visibili ancora oggi. E la prospettiva europea, gia’ concretizzatasi per Slovenia e Croazia e promessa da Bruxelles a tutti gli altri Paesi della regione, non sembra frenare i venti di nazionalismo, revanscismo e contrapposizione etnica che soffiano sull’intero territorio della ex Jugoslavia, lacerato dalle guerre sanguinose degli anni novanta.

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I Balcani sono una parte d’Europa estremamente variegata e complessa, un autentico crogiolo di popoli, culture, razze e religioni dove nazionalismi, invidie e spirito di rivincita sono all’ordine del giorno. Non a caso in molti parlano di autentica ‘polveriera’ nel cuore del vecchio continente. “Quando siete seduti su una polveriera come quella dei Balcani, e quando non avete dove altro andare, davanti a voi vi sono solo due possibilita’: accendere la miccia e andare al diavolo bruciando con tutti gli altri, oppure risolvere rapidamente tutte le questioni aperte attraverso il dialogo”, ha detto il ministro degli esteri serbo Ivica Dacic in una recente intervista. 

Kosovo, Macedonia e Bosnia-Erzegovina restano i Paesi piu’ instabili e a rischio conflitti, ma preoccupano anche i rapporti sempre molto tesi fra Serbia e Croazia, sui quali pesano le conseguenze del drammatico conflitto di venti anni fa, mentre il Montenegro, alle soglie dell’ingresso a pieno titolo nella Nato e che procede spedito nel negoziato con la Ue, è oggetto di attenzioni molto interessate da parte della Russia, che si oppone fortemente all’espansione dell’Alleanza atlantica in una regione che Mosca considera di grande importanza strategica. E negli ultimi tempi si sono riaccese le polemiche sulla cosiddetta ‘Grande Albania’, un progetto denunciato costantemente dalla Serbia e che avrebbe come obiettivo l’unione in un unico stato di tutti i popoli balcanici di etnia albanese. In Kosovo la stragrande maggioranza della popolazione e’ albanese, ma minoranze consistenti di tale etnia sono presenti anche in Serbia, Montenegro, Grecia, Bulgaria, Macedonia dove gli albanesi sono ben il 25% della popolazione. E gli scontri di ieri nel parlamento di Skopje, dopo l’elezione di un nuovo presidente del parlamento di etnia albanese, sono stati generati proprio dalla contrarieta’ delle forze conservatrici e nazionaliste a un maggior coinvolgimento della componente albanese nella vita politica del Paese. Il timore, come afferma il presidente Gjorgje Ivanov, e che venga messa in pericolo la sovranita’ e l’indipendenza statale della Macedonia.

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