Il Mediterrano continua a mietere vittime: è di almeno 113 dispersi in mare il bilancio dell’ultimo naufragio avvenuto ieri, 7 maggio 2017 al largo di Az Zawiyah, in Libia. A darne notizia è stato Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, che ha raccontato di un gommone partito dalle coste libiche, che si è rovesciato poco dopo. Le operazioni di soccorso, effettuate dalla Guardia costiera libica insieme ad alcuni pescatori, sono riuscite a salvare solo sette persone, sei uomini e una donna. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, raccolte da Oim Libia, sul gommone si trovavano almeno 120 persone tra cui 30 donne e 9 bambini.
La tragedia sarebbe avvenuta intorno alle 8, quando il gommone ha cominciato a imbarcare acqua e si è rovesciato. I superstiti sono riusciti a sopravvivere restando aggrappati al natante. Sono rimasti in acqua per molte ore. Il sostituto procuratore Marco Rota ha disposto gli atti urgenti dell’inchiesta, per naufragio colposo, delegando le indagini alla squadra mobile della polizia di Stato di Ragusa. Accertamenti sono in corso anche per accertare se la tragedia è avvenuta in acque libiche o internazionali.
Non si fermano quindi le tragedia del mare. Tanto che l’Unicef propone per domani alle 8 un minuto di silenzio per tutti i bambini morti in mare. Domattina a Salerno la nave norvegese Siem Pilot attraccherà al molo Manfredi con a bordo circa 900 persone. C’è anche il cadavere di un bambino di appena tre anni. “Lui – dice il poprtavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini – non ce l’ha fatta e non importa il motivo, è semplicemente il simbolo di una indifferenza globale che deve finire. I bambini non possono, non devono morire in mare, lo abbiamo ripetuto già troppe volte. Domani mattina alle 8 nelle scuole, nei luoghi di lavoro, ovunque ci troveremo, dedichiamo un minuto di silenzio a lui e a tutti i bambini che in questi anni non siamo riusciti a salvare. Tacciano le polemiche, torni l’umanità. Almeno per un minuto, in tutta Italia” afferma Iacomini.