Yazidi: no al ritiro del Pkk da Sinjar, solo loro ci hanno soccorso durante il genocidio
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Yazidi: no al ritiro del Pkk da Sinjar, solo loro ci hanno soccorso durante il genocidio

Mozione contro la proposta di Turchia e Peshmerga.

Membri dell'unità di resistenza di Sinjar
Membri dell'unità di resistenza di Sinjar
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10 Maggio 2017 - 12.50


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L’amministrazione comunale di Sinjar, città del distretto yazida situata nell’Iraq nordoccidentale, vicina al confine siriano, ha rifiutato le richieste del Krg (Governo Regionale del Kurdistan in Iraq) di chiedere il ritiro delle forze del Pkk dalla città. Il consiglio comunale di Sinjar martedì ha votato contro la proposta di Krg, dicendo di non potersi fidare più dei peshmerga perché quando gli “yazidi fuggirono dal genocidio messo in atto dall’Isis,  loro non fecero nulla per evitarlo”.
“Riteniamo che l’ingresso dell’Isis in Iraq, in particolare nella provincia di Ninive, sia una cospirazione concordata da partiti locali e internazionali, con l’obiettivo di istituire una regione sunnita in cambio di facilitare l’autodeterminazione della regione del Kurdistan in Iraq”, ha fatto sapere in una dichiarazione il consiglio comunale, vicino al Pkk.
“Il partito democratico del Kurdistan (Kdp, che governa il Krg, ndr.) ha avuto un ruolo in questo gioco politico, soprattutto nelle aree yazide, come dimostra il ritiro di tutte le forze di protezione dei Peshmerga che hanno permesso ai terroristi dell’Isis di diffondersi in Ira1”, è stato scritto ancora dal consiglio di Sinjar.
Il comandante del Pkk Murat Karayilan aveva annunciato già il 5 agosto 2014 la necessità di inviare forze di difesa a Sinjar per salvare la popolazione yazida. Tuttavia, nessuno ha risposto all’appello e l’Isis ha potuto compiere indisturbato il massacro di centinaia di migliaia di civili.

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Ora il governo turco e il Kdp hanno chiesto il ritiro del Pkk, che si è battuto fin da subito per difendere gli yazidi, dalla regione. La richiesta è arrivata dopo gli scontri tra gruppi del Kdp e del Pkk che si sono verificati il 3 marzo 2017 e dell’attacco aereo del 25 aprile da parte del Pkk contro i peshmerga, che ha causato la morte di 18 combattenti.
Da Sinjar invece hanno fatto sapere: “Vogliamo dire a tutto il mondo che senza l’intervento tempestivo del Pkk, molti yazidi hanno potuto mettersi in salvo” perché hanno aperto insieme a Ypg (Unità di Protezione Popolare) dei corridoi sicuri che hanno permesso a molti civili di sopravvivere, raggiungendo la Siria. “Pertanto, l’unica forza che ha dimostrato credibilità e umanità per proteggere il popolo yazida è il Pkk, venuto in nostro soccorso, quando tutti gli altri ci avevano abbandonato”, ha aggiunto il consiglio.
Il consiglio di Sinjar ha poi invitato la comunità internazionale a non ascoltare le richieste della Turchia di Erdogan e del presidente  della regione del Kurdistan iracheno, Mas’ud Barzani: secondo il consiglio comunale di Sinjar i tempi sono maturi perché si sostanga, anche a livello internazionale, l’istituzione di un’amministrazione autonoma in questa regione, creando una provincia decentralizzata che si però in qualche modo legata al governo federale iracheno.
Il Consiglio ha dichiarato inoltre che solo se ci fosse una protezione internazionale, sarebbe possibile richiedere il ritiro del Pkk da Sinjar: “In quel caso, dopo aver ringraziato il Pkk per i loro sacrifici e per l’aiuto nel genocidio, potremmo chiedergli di ritirarsi”. Inoltre il Consiglio ha invitato il governo iracheno a non negoziare con la regione del Kurdistan su questioni legate agli yazidi.

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