Ankara contro gli Usa: a Washington consentite le proteste curde
Top

Ankara contro gli Usa: a Washington consentite le proteste curde

Protesta formale all'ambasciatore degli Stati Uniti: comportamento non professionale degli agenti americani

Ankara ha protestato le le manifestazioni davanti all'ambasciata di Washington
Ankara ha protestato le le manifestazioni davanti all'ambasciata di Washington
Preroll

globalist Modifica articolo

22 Maggio 2017 - 17.42


ATF

Una mossa diplomatica che va contro i progetti di riavvicinamento tra Erdogan e Trump, che pure sono molto simili: la Turchia ha convocato l’ambasciatore americano per protestare contro il “comportamento aggressivo” avuto dagli agenti della sicurezza americani e contro le “falle nella sicurezza” durante la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Washington la scorsa settimana.
Le violenze cui si riferisce Ankara sono avvenute all’esterno della residenza dell’ambasciatore turco a Washington dopo l’incontro tra Erdogan e il presidente americano Donald Trump. Secondo Ankara la responsabilità delle violenze va attribuita ai manifestanti curdi del Pkk che avrebbero aggredito i turchi filo-Erdogan all’esterno dell’edificio. Inoltre la sicurezza americana non avrebbe fatto a sufficienza per evitare gli scontri e non avrebbe dovuto neppure consentire la presenza dei curdi in quella zona.
Il ministero degli Esteri turco ha convocato l’ambasciatore americano John Bass per consegnargli “una protesta scritta” sul “comportamento aggressivo e non professionale” avuto dalla polizia americana “contrario alle regole della diplomazia” nei confronti delle guardie del corpo personali del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. Ankara esige “un’indagine completa su questo incidente diplomatico e vuole le spiegazioni necessarie”.
Il dipartimento di Stato americano aveva condannato gli scontri avvenuti a Washington tra le guardie del corpo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e alcuni manifestanti filo-curdi.
– Parole molto più pesanti nei confronti della Turchia le aveva avute invece il senatore americano John McCain che era arrivato a chiedere l’espulsione dell’ambasciatore turco negli Stati Uniti; “Dobbiamo buttare fuori dagli Stati Uniti il loro ambasciatore. Siamo gli Stati Uniti d’America”, ha dichiarato McCain parlando alla MSNBC. “Non siamo la Turchia o un Paese del Terzo mondo. Questo genere di cose non può restare senza una risposta diplomatica”.
Martedì scorso, davanti alla residenza dell’ambasciatore Serdar Kiliç, dove si trovava il capo di stato turco dopo l’incontro con Donald Trump alla Casa bianca, si sono verificati gli scontri. Il capo della polizia di Washington, Peter Newsham, non ha ufficialmente confermato che gli aggressori fossero membri della guardia del corpo turca, ma i numerosi video degli scontri e i testimoni sembrano indicarlo. Secondo la polizia che ha aperto un’inchiesta 11 persone e un poliziotto sono rimaste ferite e due sono state arrestate.

Leggi anche:  Perché Trump sta dalla parte dei despoti miliardari che vogliono un mondo senza democrazia
Native

Articoli correlati