Storia di Salman Abedi, il tifoso dello United che è diventato un 'martire' dell'Isis
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Storia di Salman Abedi, il tifoso dello United che è diventato un 'martire' dell'Isis

Britannico di origini libiche negli ultimi tempi si era radicalizzato: cantava preghiere islamiche ad alta voce in strada

Un libretto di istruzioni chimiche trovato vicino alla casa di Salman Abedi
Un libretto di istruzioni chimiche trovato vicino alla casa di Salman Abedi
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23 Maggio 2017 - 19.10


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Era la classica persona che dava nell’occhio. Tutt’altro che un terrorista insospettabile. Al contrario.
I vicini del terrorista suicida di Manchester, il britannico di origine libica Salman Abedi, hanno rivelato il suo “strano comportamento” nelle settimane prima della strage.
Infatti il ragazzo di 23 anni era stato più volte sentito “cantare preghiere islamiche ad alta voce in strada” fuori dalla sua casa nel sud della città.
Un atteggiamento tipico dei fanatici.
Adesso la polizia sta cercando di capire se Abedi, che era un acceso fan di Manchester United che si è radicalizzato negli ultimi due anni, abbia agito da solo o facesse parte di una cellula di terrore più ampia.
Nato a Manchester nel 1994, Salman aveva un fratello maggiore e un fratello e una sorella minori. I suoi genitori, Samia Tabal e Ramadan Abedi, dopo aver lasciato la Libia per sfuggire al regime del Colonnello Gheddafi hanno vissuto a Londra, dove il padre lavorava come addetto alla sicurezza, e poi nella periferia a sud di Manchester. Da dieci anni risiedevano nel quartiere di Fallowfield, ma hanno vissuto a diversi indirizzi, tra cui a Elsmore Road, dove la polizia oggi ha fatto irruzione e ha arrestato un giovane di 23 anni, che si ritiene essere uno dei fratelli di Abedi. Nell’operazione si è verificata un’esplosione controllata.
I controlli nel suo quartiere
La polizia, dopo aver identificato il terrorista, si è presentata in forze nella sua casa che si trova a Elsmore Road. Tra le altre cose hanno trovato un libretto dal titolo “Know your chemical” che è stato sequestrato nell’ipotesi qualcuno – il kamikaze o qualche suo complice – potesse aver pensato di costruire un ordigno chimico.
Inoltre sono state ascoltate le testimonianze di chi lo conosceva. Un vicino, come detto, ha affermato di aver sentito Abedi che cantava preghiere islamiche non solo in strada ma anche da solo in casa. Questo anche nei giorni scorsi.
Lina Ahmed, 21 anni, altra vicina ha racontato: “Sono una famiglia libica e si stanno comportando stranamente. soprattutto recitando rumorosamente le preghiere arabe in strade e inneggiando: c’è solo un Dio e il profeta Mohammed è il suo messaggero “.”
Un ex compagno di scuola di Abedi ha detto che il suo amico si era fatto crescere la barba”.
Insomma tutti avevano capito che il ragazzo era cambiato. Ed era diventato un estremista islamico.
La polizia intanto sta confrontando le riprese delle telecamere di sicurezza per stabilire se il terrorista abbia effettuato una ricognizione dell’arena prima di far esplodere un ordigno imbottito di bulloni e chiodi mentre le migliaia di spettatori defluivano dall’auditorium al termine del concerto.
Il kamikaze sarebbe ‘conosciuto’ alle autorità e gli agenti anti-terrorismo stanno setacciando le immagini cercando di individuarlo nel suo viaggio verso l’arena. Gli esperti della scientifica e gli artificieri stanno studiando i resti dell’ordigno recuperati finora: secondo le indicazioni iniziali, chi ha assemblato la bomba disponeva di un certo “livello di sofisticazione”, ovvero era stato addestrato e non sarebbe un autodidatta formatosi su internet.
“E’ improbabile che, se l’ordigno era sofisticato, il kamikaze lo abbia assemblato da solo: l’esperienza dimostra che le organizzazioni sono restie a sprecare il know-how di un fabbricante di bombe in un attacco, preferendo mantenerlo o mantenerla per un altro attacco”, ha detto una fonte al Mail, “E’ perciò altamente probabile che questo terrorista faccia parte di una cellula o abbia un’organizzazione di supporto e loro sono la priorità”.

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