È stata respinta dalle autorità egiziane la richiesta avanzata dagli inquirenti italiani che indagano sulla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni di presenziare agli interrogatori degli agenti che svolsero le indagini, in quanto la legge egiziana non lo prevede. La Procura del Cairo ha trasmesso a quella di Roma una seconda tranche di atti relativi alla versione fornita da sette poliziotti che svolsero accertamenti sul ricercatore; una prima parte dei documenti chiesti per rogatoria dai magistrati italiani era stata ottenuta nel vertice del 16 e 17 maggio scorso. I documenti trasmessi non contengono però i verbali delle audizioni ma solo una sintesi di quanto già riferito dai poliziotti.
Oggi il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco hanno ricevuto la famiglia del ricercatore, il papà Claudio e la mamma Paola, accompagnati dall’avvocato Alessandra Ballerini. I magistrati ora auspicano che in tempi brevi arrivi dal Cairo anche una terza tranche con ulteriori documenti e in particolare l’interrogatorio del capo della National Security che indagò su Regeni e quanto riferito dall’agente che perquisì l’abitazione di colui che era stato ritenuto il leader di un gruppo criminale sospettato di rapinare e sequestrare cittadini stranieri.
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