Tutti sanno che – come è già accaduto a Falluja e Tikrit – quando la città sarà completamente liberata dallo Stato Islamico scatteranno vendette e, forse, rappresaglie non troppo diverse da quelle cui ci ha abituati l’Isis.
L’ora della vendetta sembra giunta a Mosul con l’avvicinarsi della sconfitta dello Stato Islamico nella sua ultima grande roccaforte nel Nord dell’Iraq. Secondo media locali infatti i muri delle case di numerose famiglie sospettate di avere un figlio appartenente all’Isis “sono state marchiate con la scritta ‘sangue'”.
“Degli ignoti hanno scritto la parola ‘sangue’ sui muri di numerose abitazioni nei quartieri 17 Tammuz, al tanak, al Islah al Zirai e al Haramat”, che si trovano nella parte occidentale di Mosul, come ha detto un attivista locale, Luqman Omar al Tai citato dalla tv al Mossuliya.
“Queste scritte sono una seria e pericolosa minaccia ai proprietari di queste case accusati di avere uno dei membri della loro famiglia un appartenente all’organizzazione terroristica dell’Isis e quindi soggetti alla vendetta”, ha spiegato l’attivista.
L’emittente al Mossuliya riferisce di una “vasta campagna popolare nei paesini intorno a Mosul come al Qaiyyarah e Hamam al Alil (rispettivamente a 60 e 30 chilometri a sud del capoluogo) che chiede l’espulsione delle famiglie ritenute di avere avuto almeno un figlio che si era unito all’Isis”.
Un fenomeno che sta allarmando le autorità come ha affermato il maggiore di polizia Hussein Faleh al Azzawi, secondo il quale “la questione di chiedere conto ai jihadisti è di pertenenza delle autorità locali e della Giustizia sulla base di testimonianze e prove inconfutabili”.
“E’ inaccettabile permettere atti di vendetta che ci potrebbero portare al caos”, ha aggiunto.
Mosul, si avvicina la vendetta: la scritta 'sangue' sulle case du famiglie filo-Isis
Mentre la città sta per cadere si prepara la caccia ai collaborazionisti o a chi ha figli nello Stato Islamico
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28 Giugno 2017 - 17.42
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