Dopo la presa di Mosul in Iraq, anche Raqqa è sotto assedio. Dal 2014 sotto il controllo dell’Isis, la città sta per essere liberata dalle Forze Democratiche Siriane (Fds). A fare le spese di una guerra civile tra le più cruente è la popolazione civile: secondo le stime dell’Onu, fra 30.000 e 50.000 civili sono infatti sempre intrappolati nel principale bastione dell’Isis in Siria. “A fine giugno i civili bloccati a Raqqa erano 100.000”, ha spiegato l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) in un comunicato. I numeri sono incerti per i problemi di accesso. Intanto nella città le riserve di acqua, farmaci e altri prodotti essenziali diminuiscono e la situazione umanitaria “si deteriora rapidamente”, spiega ancora l’Unhcr che ritiene “imperativo che i civili intrappolati possano uscire in completa sicurezza”. L’agenzia dell’Onu annuncia inoltre di aver attivato il nuovo corridoio dalla città di Aleppo a Qamichli (Nordest di Raqqa) per fornire assistenza umanitaria a circa 430.000 persone nella provincia di Raqqa. “L’apertura della via che va da Aleppo a Menbij e Qamichli è una svolta”, si congratula l’Unhcr, che sottolinea che la strada è rimasta chiusa per due anni. Un primo convoglio di tre camion ha raggiunto Qamichli il 29 giugno, seguito da altri due convogli il 4 e 10 luglio. Un quarto convoglio era partito oggi. L’Isis ha preso il controllo di Raqqa nel 2014, trasformando de facto la città in “califfato”. Circa 300.000 civili vivevano a Raqqa, di cui 80.000 sfollati che provenivano da diverse regioni della Siria quando il gruppo islamico ha occupato la città.
Allarme dell'Onu: 50 mila civili intrappolati a Raqqa
Mentre le Forze democratiche siriane cercano di cacciare l'Isis cominciano a mancare acqua e medicine
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11 Luglio 2017 - 13.06
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