La denuncia di Amnesty International contenuta nel rapporto intitolato “”A tutti i costi: la catastrofe di civili a Mosul ovest” ha evidenziato l’uso di civili e di intere famiglie nella battaglia di Mosul “come scudi umani” e, sul fronte opposto, l’uso da parte delle forze irachene e della coalizione a guida Usa di “armi inappropriate rispetto alle circostanze, in alcuni casi può essersi trattato di crimini di guerra”.
I numeri si riferiscono al periodo che va da gennaio a metà maggio del 2017 ed è basato su 151 interviste ad abitanti di Mosul ovest, esperti e analisti. Nel documento vengono descritti 45 attacchi in cui sono morti almeno 426 civili e ne sono stati feriti più di 100 e fornisce un’analisi su nove di questi, condotti dalle forze irachene e dalla coalizione a guida Usa.
La liberazione totale di Mosul
La coalizione a guida Usa ha confermato che le forze armate irachene hanno ripreso il totale controllo di Mosul dall’Isis. La coalizione a guida americana, impegnata in Iraq contro l’Isis attraverso un supporto aereo, si è congratulata con le forze armate irachene per aver ripreso il completo controllo di Mosul. L’Us Central Command ha reso noto che, “anche se ci sono ancora zone della Città Vecchia che devono essere bonificate da esplosivi e forse gli ultimi miliziani dell’Isis che si nascondono”, le forze armate irachene “adesso hanno Mosul sotto un saldo controllo”. Il generale Stephen Townsend ha comunque precisato di “non fare l’errore di credere che questa vittoria abbiamo eliminato l’Isis, perché c’è ancora una dura battaglia in corso”. Allo stesso tempo, tuttavia, con la perdita di Mosul l’Isis ha subito un “colpo decisivo”.