Ad Amuda torna la tolleranza: nel kurdistan siriano riaperta una chiesa cristiana
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Ad Amuda torna la tolleranza: nel kurdistan siriano riaperta una chiesa cristiana

Entro qualche giorno Amuda avrà il suo edificio di culto. Il Pastore: "Segno della solidarietà tra diverse confessioni religiose".

Presto Amuda riavrà la sua Chiesa grazie alla gara di solidarietà del paese
Presto Amuda riavrà la sua Chiesa grazie alla gara di solidarietà del paese
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16 Luglio 2017 - 16.53


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In Siria la guerra non fa più notizia. È come ‘il cane che morde l’uomo’ nella graduatoria dell’appeal giornalistico. Ma se per una volta metaforicamente è ‘l’uomo che morde il cane’, allora la storia varca i confini e, sempre per una volta, è di quelle che scalda il cuore. Ad Amuda, città curda con una forte componente assira e che si trova a ridosso del confine con la Turchia, la comunità si è mobilitata perché il Pastore della Chiesa “Mar Alias” potesse ricostruire il suo edificio di culto. Suo perché, prima di lui, se ne sono presi cura i genitori e i nonni: anni di dedizione che hanno legato il Pastore alla città e hanno rinsaldato il legame con la gente. “Mar Alias” è una delle chiese più antiche e uno dei più importanti siti archeologici della zona. L’edificio era stato ricostruito e restaurato all’epoca del Patriarca “Mar Ignatius Aphrem II”, ma con il passare del tempo ha conosciuto i danni dell’incuria e delle distruzioni.

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Per recuperare la chiesa, vecchia quasi un secolo, la gente di Amuda ha avviato una piccola gara di solidarietà: un aiuto concreto nei confronti della famiglia che ha fatto da presidio a quel piccolo luogo di culto dimenticato. Intervistato dall’agenzia di stampa Hawar, il Pastore l’ha sottolineato: “È il segno della solidarietà che può esistere tra confessioni religiose differenti”. Dal punto di vista religioso, circa il 74% della Siria è costituito da musulmani Sunniti, l’11% da Cristiani (ortodossi, cattolici, caldei, maroniti, nestoriani etc.), il 10% da Alawiti (etnia di matrice sciita cui appartiene anche la famiglia Assad), il 3% da Druzi, l’1% da Ismailiti e l’1% da Sciiti, cui si aggiungono piccolissime comunità ebraiche (di alcune decine di individui) a Damasco e ad Aleppo. Per una volta la diversità non è stata pretesto di divisioni e lotte fratricide.

La Chiesa di Amuda dovrebbe riaprire nei prossimi giorni

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