Nella terra di mezzo – dove la legge britannica non arriva – si annidano, nell’ordine: una fattispecie irrilevante, un’ipotesi di reato, una perversione innocua. Nelle more di una normativa più specifica, nel Regno Unito non meno di 123 bambole del sesso, iper-realistiche, sono state sequestrate. Il motivo? Rappresentavano dei bambini.
Nati in Estremo Oriente, i sex-toys sono diventati una moda anche nei paesi occidentali. Alcuni sono disposti a pagare migliaia di franchi per soddisfare le proprie fantasie con una di queste bambole in silicone. Nel Regno Unito i servizi doganali stanno monitorando da vicino le importazioni di questi prodotti, solitamente provenienti dalla Cina.
«È un fenomeno relativamente nuovo», ha spiegato Hazel Stewart, dell’Agenzia nazionale del crimine. L’Agenzia ha messo in guardia contro le lacune della legge britannica, anche perché l’importazione di bambole dalle sembianze infantili può essere vietata ai sensi della legge contro gli “articoli osceni”, ma il loro possesso non è reato.
Sette persone sono state incriminate nel Regno Unito, dopo l’ingresso di una bambola, riporta The Guardian. Gli investigatori hanno trovato nelle case di sei di loro materiale pedopornografico. Nel mese di giugno, un uomo di 49 anni è stato condannato a 2 anni di carcere.
Alcune delle persone coinvolte stanno cercando di minimizzare, sostendendo che l’uso dell “bambole del sesso” non fa male a nessuno. Jon Brown, un funzionario di un’ONG per la lotta contro la violenza nei confronti dei bambini, non è di questo parere: «Non ci sono prove per sostenere la tesi che l’uso di queste bambole del sesso a forma di bambini evitino ai potenziali abusatori di passare all’atto reale».