Lei si chiama Fatima al-Hamid, e viveva a Raqqa, la sedicente capitale siriana dello Stato islamico. Ora che è stata liberata ha raccontato il suo passato di paura e violenze, che sono cominciate quando era molto piccola e i miliziani dell’Isis l’hanno sequestrata mentre andava al mercato con in mostra i suoi bei lunghi capelli. La bambina ha raccontato che un caporiano dell’Isis l’ha fermata chiedendole perché non fosse coperta e lei ha risposto: “Perché sono ancora una bambina”.
A quel punto la piccola è stata portata a casa dove i jihadisti hanno minacciato il padre dicendo che se non le avesse tagliato i capelli e non l’avesse obbligata a indossare il velo le avrebbero sequestrato la carta d’identità.
Così a quel punto, proprio per le minacce la piccola ha subito la violenza del taglio dei capelli ed è stata costretta, quando usciva di casa, a vestire completamente di nero.
Ma non è stata questa l’unica violenza: Lo Stato islamico ha chiuso molte scuole e lei, come tanti altri bambini è stata costretta a essere priva dell’istruzione. Non solo, durante l’occupazione l’Isis ha poi emanato un provedimento in cui si obbligava a indossare il velo ogni bambina che avesse superato i 5 anni.
Oggi Fatima al-Hamid è libera e non più sotto le grinfie dello Stato islamico. Ma il terrore non è andato via: “Odio l’Isis- ha detto-ma ho paura a togliere il velo e quindi non sono ancora riuscita a girare come facenvo un tempo prima che ci costringessero a vivere nel terrore”.