Forse Icaro è stato dimenticato troppo presto. Ed invece di lui dovrebbero ricordarsi quelli che l’entusiasmo spinge a volare, non considerando che più si sale e si pensa di avvicinarsi al sole, più dolorosa può essere la caduta. Il Milan, 6 punti sino alla partita con la Lazio, è stato cancellato dai biancazzurri di Simone Inzaghi che hanno impartito una lezione non tanto di gioco, quanto di senso pratico, stando in campo per come deve stare una squadra che si conosce e conosce i propri limiti, così come i propri pregi.
Il Milan degli acquisti fantascientifici, dei colpi da decine di milioni, delle ambizioni sconfinate, del ”preso Bonucci, difesa blindata”, torna a casa con al passivo quattro reti – che forse potevano anche essere di più – che hanno restituito alla dimensione reale una difesa che era stata magnificata, esaltata, glorificata, ma che è incappata in evidenti errori di posizionamento, metre a centrocampo si collezionava inopinatamente una montagna di palle perse. Che hanno invitato a pasteggiare a ostriche e champagne Ciro Immobile e compagni.
La partita dell’Olimpico poi ha fatto chiarezza su quella che è la situazione, ad oggi, del campionato, dopo appena tra giornate, perché la Lazio ha sommessamente fatto capire che non è una squadra un gradino sotto le cinque presunte grandi (Juve, Roma, Napoli, Inter, Milan), ma ha tutto il diritto di sedersi intorno alla tavola rotonda della Champions League 2018. Certo se poi Montella manda in campo, con tutto il rispetto, Cutrone e Borini, e tiene in panchina Kalinic…
La terza giornata ha segnalato anche altre cose importanti. La prima delle quali è che la Juventus è l’unica squadra in Italia (e tra le pochissime in Europa, le altre sono Real e Barca; tacendo del Psg di nobiltà recente e da arricchiti) ad avere un giocatore in grado di ribaltare una partita – Dybala -; un lusso che le altre non hanno e non potranno permettersi chissà fino a quando. Un gioiello da preservare, da usare magari con il bilancino perché troppo prezioso. Quando entra spacca le partite e che il Dio del calcio lo preservi, non solo per la Juventus, ma per il calcio mondiale. Nove punti in tre partite era forse un bottino scontato per la Juve, meno per l’Inter che, battendo bene la Spal (un gol su rigore di Icardi ed un capolavoro di Perisic, ma almeno tre altre limpide occasioni da rete), mantiene il passo dei bianconeri, anche se ha avuto un cammino più complicato (Atalanta, Roma, Spal). Anche oggi la sensazione che il campionato avrà due velocità (quella spedita delle prime e quella arrancante delle altre), visto anche il gioco visto. La clamorosa vittoria della Fiorentina a Verona con l’Hellas ne è la controprova. La Viola era una squadra in stato comatoso e l’Hellas l’ha rianimata. Lo stesso è accaduto per l’Udinese, che ha superato il Genoa e, per assurdo, è il caso della stessa Atalanta, balbettante fino ad oggi, quando ha rimesso nel novero delle provinciali il Sassuolo, da cui ci si attende sempre molto di più di quello che può offrire.