Una bella notizia. Dopo oltre un anno è stato liberato in Yemen padre Tom Uzhunnalil, un sacerdote salesiano indiano rapito il 4 marzo 2016 durante un attacco dell’Isis ad una casa di riposo per anziani ad Aden.
Lo ha reso noto oggi via Twitter la ministra degli Esteri indiana, Sushma Swaraj.
Il rilascio, a quanto si è appreso da fonti indiane, sarebbe stato facilitato da una mediazione dell’Oman. Ma la Conferenza episcopale indiana ha ringraziato sia il governo di New Delhi per l’azione svolta, sia Papa Francesco per il “suo impegno personale”.
L’attacco in cui fu rapito il religioso fu molto cruento: furono uccise 16 persone fra cui quattro suore dell’ordine di Santa Madre Teresa di Calcutta, le Missionarie della Carità.
Nel maggio dello scorso anno i rapitori avevano postato su Youtube un video in cui il sacerdote keralese, con una barba brizzolata, parlava a fatica ed appariva provato. Nel suo appello a presidente e primo ministro indiani, e a papa Francesco, aveva osservato mestamente che “non si sta facendo molto per me forse perché vengo dall’India e non sono europeo”.
“Esprimiamo prima di tutto profonda gratitudine a Dio per la felice conclusione di questa vicenda. Bisogna poi ringraziare l’azione del governo indiano, che ha messo in campo ogni sforzo per la liberazione di padre Uzhunnalil. E bisogna ringraziare anche l’impegno personale di Papa Francesco, che ha speso tutta la sua influenza. Padre Tom è libero e ora e’ in viaggio proprio verso il Vaticano”, ha dichiarato all’agenzia vaticana Fides il vescovo Thedore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza Episcopale dell’India, confermando la notizia del rilascio di padre Uzhunnalil. “E’ stata una vicenda difficilissima da gestire e molto delicata. Solo la Provvidenza di Dio e la sua benedizione hanno potuto condurre a un esito felice. Milioni di persone hanno pregato nel mondo per la liberazione di padre Tom e oggi possiamo dire a tutti: questa è la forza della preghiera”, ha aggiunto.
Il segretario generale esprime poi “profonda gratitudine al vescovo Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale, sotto la cui giurisdizione si trova lo Yemen: ci siamo tenuti in costante contatto e non ha mai perso la speranza del rilascio; diciamo grazie anche al presidente della nostra Conferenza episcopale, il cardinale Baselios Cleemis Thottunkal che, in ogni incontro e occasione, ha sempre ricordato al Primo Ministro dell’India l’urgenza di fare il possibile per riportare padre Tom a casa sano e salvo”.
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