Quello che si pensa in Europa rispetto alla difficoltà che hanno i musulmani ad integrarsi è sbagliato. Lo attesta una vasta inchiesta sui musulmani d’Europa, i cui risultati sono stati resi pubblici oggi dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), un organismo con sede a Vienna, che si occupa del rispetto dei diritti fondamentali da parte di tutti gli Stati membri.
Nell’ambito della ricerca sono stati intervistate più di 10.550 persone, tra l’ottobre del 2015 e il settembre 2016, identificatesi come musulmane. Cosa che, secondo gli analisti, rende la ricerca uno dei più grandi database oggi disponibili. E’ stata condotta in 15 Paesi e sul 94% della popolazione totale musulmana, vale a dire 20 milioni di persone, il secondo gruppo religioso più grande dell’Unione europea (pari al 4%).
Il risultato più importante è che è ”falsa” l’affermazione che gli immigrati e i loro figli, originari della Turchia, dal Nord Africa, dell’Africa sub-sahariana e del sud-est asiatico non siano integrati nella società europea. Venendo da culture riverse, nutrono un “grado di fiducia nelle istituzioni democratiche è molto più elevato rispetto alla popolazione generale”, secondo Michael O’Flaherty, direttore della Fra.
Il 76% dei musulmani intervistati sente un forte attaccamento al Paese in cui vivono. Hanno anche una certa fiducia nel sistema giudiziario e nella polizia rispetto agli altri europei e sono tolleranti nei confronti di un vicino che non condivida le loro credenze religiose.
Il 48% dei musulmani ha dichiarato di sentirsi “completamente a proprio agio” con un familiare che intende contrarre un matrimonio misto. Sono solo il 17% lo rifiuterebbe.
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