Donald Trump, dopo Corea del Nord e Iran, ha aperto un altro fronte di polemica, questa volta interno, insultando pesantemente, in modo volgare, i giocatori di football americano che non onorano l’Inno nazionale, suonato prima di ogni partita, e per i quali ha chiesto il licenziamento.
Il presidente ha scelto, per la sua intemerata, l’Alabama, dove ha partecipato alla campagna per le primarie per la sostituzione al senato di Jeff Session, nominato ministro della Giustizia.
Nel suo discorso a sostegno del candidato Luther Strange, Trump si è scagliato contro i giocatori della Nfl che, per protestare contro le condizioni dei neri d’America e il comportamento verso di loro da parte della polizia, non si alzano in piedi al momento di ”The Star Spangled Banner”.
Per Trump, i proprietari delle squadre della lega professionistica di football americano dovrebbero punire i giocatori che si inginocchiano durante l’inno nazionale.
Per lui i giocatori che non rispettano la bandiera meritano di perdere il loro lavoro: ”è una mancanza adi rispetto totale del nostro patrimonio. E’ una mancanza di rispetto totale di ciò che difendiamo”.
Il movimento di protesta contro cui Trump ha scatenato la sua ruvida e volgare oratoria è incarnato da Colin Kaepernick che, dopo essersi inginocchiato mentre veniva suonato l’inno americano, dopo la scadenza del suo contratto con i San Francisco 49ers non è stato più ingaggiato da altre squadre.
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