La tensione è altissima e il Kurdistan iracheno, dopo lo strappo sull’indipendenza, si vede di fatto accerchiato: sia l’Iraq che la Turchia che la Siria e l’Iran considerano il referendum uno sttumento che può destabilizzare la regione e temono che la questione curda diventi un detonatore ancora di più di ciò che è stato e – nello specifico – di cosa sia in Turchia, paese nel quale Erdogan sta cancellando qualsiasi forma di autonomia e ha arrestato sindaci e parlamentari accusati di essere terroristi.
Nel frattempo Baghdad è infuriata e vede compromessa la sua integrità territoriale e ha deciso di sospendere i collegamenti aerei internazionali con il Kurdistan iracheno. Il provvedimento è stato deciso nei giorni scorsi dall’Autorità per l’Aviazione Civile dell’Iraq in risposta al referendum sull’indipendenza convocato lunedì scorso dalle autorità di Erbil.
In una nota, l’ente ha sottolineato che da venerdì alle 15 Gmt (le 17 in Italia) “tutti i voli da e per Erbil e Sulaimaniyah sono sospesi ad eccezione delle compagnie irachene che operano solo voli interni fino a nuove disposizioni”.
L’Autorità per l’Aviazione Civile dell’Iraq ha il controllo dei voli operati dall’estero su Erbil e Sulaimaniyah, mentre la gestione dei due scali è curda.
Ieri Erbil ha respinto il divieto di volo imposto da Baghdad definendola una misura “completamente illegale, incostituzionale e contraria alle normative e ai regolamenti internazionali”.
I voli sono il primo passo. Poi c’è da vedere se, anche con un ruolo di Russia e Stati Uniti, la vicenda del Kurdistan iracheno troverà una composizione diplomatica o diventerà terreno di un nuovo conflitto armato.
Il Kurdistan iracheno accerchiato: Baghdad sospende i voli internazionali
Iraq e Turchia considerano il referendum sull'indipendenza un attentato alla stabilità della regione e preparano contromosse
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29 Settembre 2017 - 09.41
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