E adesso cosa accadrà? Sono tre gli scenari possibili nella crisi catalana, giunta all'”ora della verità”. Lo ha scritto LaVanguardia, ricordando lo scadere dell’ultimatum con cui il premier spagnolo Mariano Rajoy ha chiesto al presidente della Generalitat Carles Puigdemont di chiarire se sia stata o no dichiarata l’indipendenza della Catalogna.
La prima possibilità prevede che Puigdemont convochi elezioni al ‘Parlament’. Sarebbe l’opzione preferita da molti, ma la meno probabile in quanto Puigdemont non vuole elezioni che azzoppino l’indipendentismo e mettano in difficoltà il suo partito, PDeCAT, messo male nei sondaggi. L’opzione non dispiacerebbe all’ERC, Esquerra Republicana de Catalunya, che i sondaggi danno vincitrice in caso di eventuali elezioni in Catalogna e il cui leader, Oriol Junqueras, potrebbe aspirare alla carica di prossimo presidente della Generalitat. L’opzione piacerebbe anche al governo di Madrid, dove il premier Rajoy è restio all’idea di sperimentare l’articolo 155 avventurandosi su un terreno non esplorato e potenzialmente pericoloso.
In una seconda ipotesi, Puigdemont potrebbe prima dichiarare l’indipendenza e quindi convocare elezioni a carattere costituente perché venga elaborata la nuova costituzione della repubblica catalana. E’ l’opzione prevista dall’articolo 87 della Legge di transitorietà, sospesa dalla Corte Costituzionale spagnola. In questo caso l’esecutivo di Madrid ricorrerebbe contro la dichiarazione di indipendenza presso la Corte costituzionale e probabilmente sarebbe obbligato a chiedere ai giudici di sospendere Puigdemont dal suo incarico.
Ma volendo Rajoy agire con prudenza, potrebbe – secondo le voci raccolte da LaVanguardia – una volta presentato ricorso contro la dichiarazione di indipendenza e sospeso Puigdemont, mantenere la convocazione elettorale – ma di semplici elezioni politiche – non più a carattere costituente.
Terzo scenario: Puigdemont proclama l’indipendenza e il governo applica l’articolo 155. E’ l’opzione più complessa e lunga ma forse la più possibile. Il governo dovrebbe redigere un piano in cui vengono dettagliate le misure che adotterà e consegnarlo al presidente del Senato Pío García-Escudero, accompagnato dalla richiesta avanzata da Rajoy a Puigdemont la settimana scorsa e dalla risposta del presidente della Generalitat. Il Senato attiverebbe quindi la Commissione generale delle Comunità autonome o se lo ritiene opportuno creerà una nuova commissione apposita che analizzerà la documentazione.
García-Escudero fisserà una scadenza a Puigdemont perché invii le sue considerazioni e documentazione. Con tutto questo la commissione formulerà una proposta ragionata che verrà sottoposta al voto dell’assemblea del Senato dopo un dibattito tra sostenitori delle due parti. Per l’approvazione sarà richiesta la maggioranza assoluta, di cui il PP dispone nella Camera alta.
Scade l'ultimatum di Madrid: gli scenari possibili in Catalogna
Elezioni del parlamento regionale, dichiarazione di indipendenza e convocazione della Costituente, Madrid commissaria la regione ribelle
globalist Modifica articolo
19 Ottobre 2017 - 08.19
ATF
Native
Articoli correlati