L’altra America, quella che non voleva Donald Trump alla guida del Paese e che reclama un cambio di rotta, muove le prime pedine e quella che ha cominciato a spostare sulla scacchiera della politica è il Re nero, Barack Obama.
L’ex presidente, il primo di colore nella storia americana, è andato in New Jersey e Virginia per sostenere la campagna elettorale di due candidati americani in concultazioni suppletiva, Philip Murphy e Ralph Northam. E il suo arrivo ha riacceso vecchi entusiasmi, tanto che in migliaia sono arrivati anche da altre parti per ascoltare le sue parole, molti ritirando fuori le magliette con il volto di Obama, tanto cari ai democratici che animarono la sua campagna elettorale.
Un democratico afro-americano ha detto che la comunità nera “ha bisogno di vedere emergere un Martin Luther King” e che l’ex presidente Obama “può essere il leader”.
Senza mai nominarlo nei suoi interventi, Obama ha scagliato precisi colpi alla politica presidenziale del miliardario.
“Dobbiamo inviare al mondo un messaggio: rifiutiamo la politica della divisione e della paura, chi vince le elezioni dividendo la gente non potrà poi governarla”. Lo ha dichiarato Barack Obama, lanciando un attacco indiretto all’amministrazione Trump e sostenendo i candidati democratici per il posto di governatore in New Jersey e Virginia. “In gioco c’è la nostra democrazia”, ha aggiunto l’ex presidente degli Stati Uniti.
“Il nostro principale valore – ha aggiunto – non è quando sminuiamo le persone, ma quando cerchiamo di unirle”.
Dal 20 gennaio, giorno in cui ufficialmente lasciato la Casa Bianca, Barack Obama è rimasto lontano dai dibattiti politici. Interviene solo su temi di importanza nazionale, come l’Obamacare, immigrazione o cambiamento climatico.
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