Essere ricchi e magari potenti spesso è alla base di atteggiamenti che sono arroganti al punto tale da considerare l’evidenza come un fastidioso particolare. Come sta facendo il presidente americano convinto che il quadro ”Le due sorelle sulla terrazza” di Renoir che espone orgogliosamente nella sua casa di New York sia l’originale, nonostante tutti, a cominciare dagli esperti gli dicano di no.
Il bello della condizione in cui Trump vive, dentro e fuori la Casa Bianca, è che quando parla, anche se dice cose stravaganti, tutti gli devono stare dietro, anche soltanto per verificare la portata della sue affermazioni,
Sul quadro in questione Trump non considera un elemento che, in tutti gli altri abitanti della Terra dovrebbe indurre a qualche dubbio: un quadro identico al suo è esposto all’Art Institute di Chicago e sulla sua autenticità non c’è al dubbio, ma nemmeno un piccolissimo.
Sul punto, la portavoce del Museo di Chicago, Amanda Hicks, ha risposto usando parole che sembrano intrise di perfidia: “Siamo lieti di confermare che è nella nostra collezione. Siamo orgogliosi e grati della possibilità di condividere questo eccezionale dipinto con il nostro un milione e mezzo di visitatori annui”.
Dell’esistenza del ”Renoir” o presunto tale sulle pareti della principesca magione di Trump a New York fu lo stesso tycoon, nel corso di una intervista resa al suo biografo, Tim O’Brien, che stava scrivendo “TrumpNation: The Art of Being the Donald”, opera fondamentale per conoscere vita, miracoli, ambizioni e difetti del futuro presidente. Nel corso dell’intervista, ha detto O’Brien, Trump, quasi facendo la ruota come un pavone, gli mostrò con fierezza il dipinto. Con un ”però” da parte dello scrittore: “Per me fu un colpo e dissi a Trump: sono cresciuto a Chicago, quello non è un originale”. Ma Trump non arretrò di un millimetro, ribadendo che il dipinto era originale.
”Sono sicuro – ha detto O’Brien – che stia ancora raccontando che il falso si trova nell’Art Institute. Crede alle sue stesse bugie. Ripete le stesse storie, nonostante i fatti che lo smentiscono siano sotto il suo naso”.
Il quadro di Renoir esposto a Chicago è stato donato all’Art Institute nel 1933, da una collezionista, Annie Sawan Corburn, che lo aveva comprato da un mercante d’arte parigino, Paul Durand-Ruel che al pittore, nel 1881, aveva pagato per l’opera 1.500 franchi. Oggi il suo valore (del Renoir di Chicago, bene inteso; per la crosta in casa Trump non si è riusciti a sapere per quanto è stato comprato) è superiore ai due milioni di dollari.
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