Sua madre è felice, dice che è molto orgogliosa di sua figlia. Che il taglio la renderà più forte. Lei, una ragazzina, invece piange. Dal taglio in poi la sua vita non sarà più la stessa. Orrendamente mutilata. Di lei si sa poco, se non che appartiene alla comunità Pokot, che vive in Kenya e Uganda.
Nulla da fare. Le denunce sono tante ma la pratica continua ed è molto difficile sradicarla; parliamo dell mutilazioni genitali femminili che sono pratiche tradizionali che vanno dall’incisione all’asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni.
Bambine, ragazze e donne che le subiscono devono fare i conti con rischi gravi e irreversibili per la loro salute, oltre a pesanti conseguenze psicologiche.
Secondo l’Unicef nel mondo il numero di donne che convivono con una mutilazione genitale siano circa 125 milioni. Dati gli attuali trend demografici, possiamo calcolare che ogni anno circa tre milioni di bambine sotto i 15 anni si aggiungano a queste statistiche.
Il pianto dopo la mutilazione genitale: la sua vita non sarà più la stessa
Lei è una ragazzina della comunità Pokot. Il numero di donne che convivono con una mutilazione genitale siano circa 125 milioni
globalist Modifica articolo
10 Novembre 2017 - 23.17
ATF
Native
Articoli correlati
Palestina / Gaza, la Guernica palestinese